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Marotta: «In Italia c’è cultura dell’invidia. Il fallo da rigore non comporta l’ammonizione»

Marotta: «In Italia c’è cultura dell’invidia. Il fallo da rigore non comporta l’ammonizione»

Le polemiche suscitate dal derby Torino-Juventus non sono ancora finite. Non si parla d’altro e oggi è intervenuto nuovamente Beppe Marotta amministratore delegato bianconero. È tornato sui contestati episodi di domenica scorsa: «Rizzoli era in grado di intendere e di volere, se ha ritenuto di ammonizione Bonucci è perché non ha ravvisato nessun comportamento scorretto da parte sua». A proposito del mancato cartellino giallo ad Alex Sandro ha detto: «Il regolamento dice che in caso di rigore non è obbligatorio ammonire o espellere il giocatore: quest’anno sono stati fischiati 35 calci di rigore senza alcun cartellino. Essendo Alex Sandro già stato ammonito, l’arbitro non ha ritenuto giusto comportarsi così. Le tante vittorie della Juventus in Italia hanno creato una cultura dell’invidia».

Poi ha aggiunto: «In Europa un episodio può mandarti fuori, in un campionato invece i valori vengono sempre fuori. Abbiamo meritato nell’arco di tutte queste partite di conquistare il primo posto, la discrezionalità e l’errore dell’arbitro sono componenti nel calcio che neanche la moviola sarebbe in grado di debellare».

 

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