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Juventus, Napoli e l’importanza della difesa

Juventus, Napoli e l’importanza della difesa

«L’attacco vende i biglietti, la difesa vince le partite». Una delle massime più celebri dello sport americano, dalla paternità non esattamente certa. Alcuni la attribuiscono a Paul “Bear” Bryant, coach del football collegiale vincitore di sei titoli alla guida della squadra della University of Alabama tra il 1961 e il 1979. Altri ritengono che sia stata pronunciata da Vince Lombardi, anche lui storico coach di football americano ma a livello professionistico, vincitore di cinque campionati NFL e due SuperBowl con i Green Bay Packers tra il 1961 e il 1967.

Di sicuro, si tratta di un concetto valido a tutte le latitudini e più o meno in tutti gli sport. Serve a poco avere un gioco spumeggiante e spettacolare se non si è in grado di consolidarne e difenderne i frutti. Diversamente, per dire, un allenatore come Zdenek Zeman potrebbe contare su una bacheca piuttosto fornita. Quanto sia importante avere una difesa rocciosa e impenetrabile, lo sta dimostrando la Juventus, che ha subito l’ultimo gol in campionato il 10 gennaio, ad opera di Cassano, al diciannovesimo del secondo tempo di Sampdoria-Juventus. Quindi all’ultima del girone di andata. Da allora, sono passati 836 minuti di gioco (convenzionalmente, per la rilevazione di questa statistica si contano solo i 90 minuti classici senza i recuperi, poiché questi ultimi rappresentano un dato aleatorio e non costante) e la porta di Buffon è rimasta inviolata. Se il portiere della Nazionale dovesse superare indenne anche la gara con il Sassuolo e i primi quattro minuti del successivo derby contro il Torino, stabilirebbe il nuovo record in serie A, battendo quello di Sebastiano Rossi che, nella stagione 1993/94, chiuse a doppia mandata la porta del Milan per 929 minuti consecutivi.

Allargando il dato alle diciotto gare senza sconfitte della Juventus in campionato (frutto dell’incredibile score di 17 vittorie e un solo pari, due settimane fa a Bologna), si scopre che lungo la striscia in esame i gol subiti dai bianconeri sono stati appena sei, sui 15 totali. Una solidità impressionante, certificata inequivocabilmente dai numeri. Come i soli 19 tiri nello specchio della porta concessi in tutto nelle undici partite disputate in campionato da inizio 2016. In media, fa poco più di uno e mezzo a partita. Ma la cura della fase difensiva, nel corso di questa stagione, ha caratterizzato anche il rendimento di altre squadre. Pensiamo per esempio all’Inter, capace di tenere a lungo il comando della classifica nel girone d’andata fidando nello stato di grazia di Miranda e soprattutto di Handanovic (nelle prime 15 giornate, ben 10 “clean sheet” dei nerazzurri). Ma anche al Napoli, che ha costruito la sua rimonta dopo un avvio difficile anche sulla capacità di non subire praticamente nulla (tra il 5-0 alla Lazio della quarta giornata, prima vittoria in campionato, e il 2-1 all’Inter della quattordicesima, prima volta al comando della classifica, soltanto tre i gol subiti da Reina). E che, pur mantenendo nel complesso un ottimo rendimento finora, ha perso quell’eccellenza difensiva concedendo molto di più agli avversari: da allora 14 gol subiti nelle restanti 14 partite di campionato giocate.

Il tutto sembra assecondare una tendenza emersa nettamente negli ultimi anni: quasi sempre, chi vince lo scudetto è anche la squadra che subisce meno gol. Negli ultimi 14 campionati – per comodità espositiva prendiamo come valide anche le statistiche ottenute sul campo dalla Juventus nei campionati 2004/05 e 2005/06 – è successo in ben 12 occasioni, con le sole eccezioni del 2003/04 (titolo al Milan, difesa meno battuta quella della Roma con 19 reti subite) e del 2006/07 (Inter scudettata, miglior retroguardia quella della Fiorentina con 31 reti al passivo). Assai minore, al contrario, l’incidenza del reparto offensivo: sempre nel lasso di tempo considerato (quindi a partire dalla stagione 2001/02) la squadra prima in classifica ha segnato il maggior numero di gol soltanto in otto occasioni, in due casi condividendo questo primato (la Juventus 2002/03 con l’Inter, 64 reti a testa, e l’Inter 2008/09 con il Milan, 70 reti per entrambe). In tre occasioni, addirittura (Milan 2003/04, Inter 2007/08 e Juventus 2012/13), la squadra campione si è classificata soltanto al terzo posto quanto a gol realizzati. Statistica, quest’ultima, che classifica alla mano sarebbe al momento confermata, con Roma (59) e Napoli (58) a precedere di parecchio in questo senso la Juventus (50). Insomma, come già sappiamo, l’avere il gioco da tutti ritenuto più spettacolare del campionato potrebbe non bastare al Napoli per mettere le mani sullo scudetto.

Non tutto è perduto, però. Certo, finché la Juventus continuerà a non subire gol, è dura pensare di poterla riacciuffare. Ma proprio per la cosiddetta legge dei grandi numeri, presto o tardi Buffon tornerà a raccogliere qualche pallone in fondo al sacco. Diversamente, l’unica soluzione resterebbe quella di clonare in blocco l’intera linea difensiva juventina.

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