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Jonas, l’illustre sconosciuto che contende la Scarpa d’Oro a Higuain

Jonas, l’illustre sconosciuto che contende la Scarpa d’Oro a Higuain

La prima reazione è quella classica del “…e questo chi è?”. E ci sta pure, se leggi la classifica della Scarpa d’Oro. In mezzo a cotanto ben di calcio, il nome di Jonas Gonçalves Oliveira in effetti ci sta un po’ così. C’è Higuain in testa, inseguito da Cristiano Ronaldo, Suarez, Lewandowki, Messi, Neymar, Ibrahimovic. Nessuno come il Pipita, che ha raggiunto quota 29 gol. Anzi, no. C’è lui, c’è Jonas del Benfica. Che ha fatto addirittura meglio, se vogliamo, perché le sue 29 realizzazioni le ha messe insieme in 27 presenze. In 2230 minuti. Un gol ogni 76 giri di lancette.

Jonas, quindi, lì in alto ci sta perché se lo merita, hai voglia. E non è nemmeno la prima volta, a volersi informare. Basta cercare su Google il suo nome, ed ecco che la prima fotografia che viene fuori, marchiata Getty, lo ritrae con la Scarpa d’Oro del Brasileirao 2010, vinta dopo aver messo insieme 23 reti in 33 presenze con la maglia del Gremio. Sei anni fa, sì. Perché Jonas, nonostante una fama internazionale ancora giovane, ha anche la sua età: 32 anni da compiere dopodomani, e una lunga carriera brasiliana alle spalle. L’Europa arriva tardi, quando il nostro ha già superato i 26 e ha già giocato per Guarani, Santos, Portuguesa, Gremio. Niente di eccezionale, a parte l’ultima stagione con il Tricolor di Porto Alegre, la squadra che ha lanciato Ronaldinho. Arriva quindi la chiamata del Valencia, e, insieme, pure quella della nazionale brasiliana, all’epoca allenata da Mano Menezes. Singolare il fatto che il giorno dell’esordio, in un’amichevole a Londra contro la Scozia, Jonas entri in campo per sostituire Leandro Damiao. Sì, proprio l’oggetto del desiderio del Napoli che oggi gioca (si fa per dire, zero presenze) nel Betis Siviglia.

L’esperienza in Spagna è, come dire, in chiaroscuro: 156 presenze, 51 gol in tutte le competizioni. Di queste, 38 arrivano tra seconda e terza stagione, equamente divise. Poi c’è il calo del 2014, annata poco positiva, da appena 10 gol in campionato. Il nuovo proprietario del club, Peter Lim, decide che può bastare. Jonas finisce svincolato, a fiutare l’affare è il Benfica. E che affare, poi: se questo è l’anno top di Jonas, la stagione 2014/2015 è un’onorevole piazza d’onore. 35 match, 31 gol. Esattamente lo stesso score della stagione in corso, solo che ora siamo a marzo e quindi, molto probabilmente, i dati si aggiorneranno quanto prima. Il Benfica vince il titolo nazionale, Jonas è secondo nella classifica dei cannonieri dietro il colombiano del Porto Jackson Martinez, che ora è finito in Cina a rimpinguare il suo conto in banca. 

Jonas no, ha deciso di continuare. E il nuovo allenatore del Benfica, Rui Vitoria, ha letteralmente cucito la squadra su di lui. Anzi, sulla coppia offensiva composta da Jonas e Mitroglou, attaccante greco simbolo dell’Olympiakos con un passaggio anche in Inghilterra, nel Fulham. Roba da 45 gol in due, con 16 gol del centravanti ellenico. Sono complementari, in campo. Sottoporta, ma anche nei movimenti ad appoggiare ed allargare la squadra, che viene da sei stagioni con Jorge Jesus in panchina e quindi ha nel dna un attacco a due punte che non rispecchia i canoni, né quelli storici del calcio portoghese, né quelli del football europeo. Jonas è bomber ma anche uomo di fatica e raccordo, di giocate sporche al servizio dei compagni. Lo leggi negli assist decisivi, 11 in tutto il campionato. Quindi, una somma veloce: 40 gol del Benfica, sono da ascrivere a Jonas. Al bomber o all’assistman, c’è poca differenza. Decisivo anche il suo contributo in Champions, due gol in tutto, ma fondamentali: uno nel girone contro il Galatasaray e quello agli ottavi con lo Zenit, a tempo scaduto nell’andata del Da Luz. Se il Benifa sfiderà il Bayern nei quarti, il merito è pure un po’ suo.

L’ultima curiosità sull’attaccante brasiliano riguarda proprio la sua nazionalità. Una doppia nazionalità. Jonas Gonçalves Oliveira, infatti, possiede anche il passaporto italiano. Un modo come un altro per diventare comunitario, certo, dato il legame prossimo allo zero con il nostro paese. E neppure un motivo d’orgoglio per il nostro calcio, che non piazza una Scarpa d’Oro dal 2007. All’epoca ci riuscì Totti, oggi ci sta provando Higuain. Solo che ha da vedersela con un italiano un po’ così che non ti aspettavi così forte. Jonas Gonçalves Oliveira. Ora un po’ tutti sappiamo questo chi è.

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