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La prima dell’anno nella storia del Napoli: quattro vittorie su cinque dal 2010

La prima dell’anno nella storia del Napoli: quattro vittorie su cinque dal 2010

LA PRIMA PARTITA DELL’ANNO, QUELLA DELLA BEFANA

Il turno di campionato che si gioca nel giorno della Befana, spesso infrasettimanale quando la festività non capita di domenica, è una tendenza che ha assunto una certa continuità solo negli ultimi sei anni del campionato italiano di calcio. Infatti scorrendo gli almanacchi si può notare come la prima gara dell’anno sia capitata quasi sempre in giorni diversi. Certo, in qualche torneo del passato si è messa la palla al centro perfino il primo dell’anno (in questo caso scimmiottando il “Boxing day” inglese?) ma i dati ci dicono che dal 2010 ad oggi, tranne che nel 2012 ove per una astrale concatenarsi di eventi non fu possibile giocare nel giorno dell’Epifania, si è sempre giocato il 6 gennaio. Aggiungeremo con risultati decisamente incoraggianti per il Napoli visto che su cinque gare gli azzurri hanno vinto ben quattro volte subendo una sola sconfitta. Di seguito riportiamo in breve i tabellini delle partite il cui ricordo è ancora molto vivo.

2010 Atalanta – Napoli 0-2 . Quagliarella con uno dei gol più belli dell’anno e Pazienza tramortiscono i bergamaschi. Inizio d’anno coi botti.

2011 Inter – Napoli 3-1 . Pazienza cerca di rimediare ad una gara storta dove la doppietta di Thiago Motta e Cambiasso affossano i partenopei. Mazzarri si sbraccia inutilmente.

2013 Napoli Roma 4-1. Una tripletta del cannibale Cavani ed una delle rare reti di Maggio abbattono i giallorossi che reagiscono timidamente con Osvaldo.

2014 Napoli Samp 2-0. La doppietta del folletto Ciro Mertens stende una Samp che sembra ancora seduta a tavola a Natale.

2015 Cesena Napoli 1-4. L’anno inizia bene con Callejon, Hamsik, una doppietta di Higuain e la rete della bandiera di Brienza per i romagnoli.

Ma l’ossessione del nuovo anno, i buoni propositi, le promesse, sono state e sono, come nella vita, anche del calcio. Spesso, come si dice dalle nostre parti, il capitone e il baccalà, gli struffoli e i roccocò ci sono andati di traverso, tanto che quando arrivava la prima partita dell’anno si temeva un K.O. ed un segno negativo sulla schedina diventava la norma. Tutti o quasi erano convinti che il Napoli non avrebbe fatto bene la “prima dell’anno”, l’avrebbe clamorosamente steccata. È successo anche negli anni di Maradona, non solo quando il Napoli era una squadra “normale”. Noi allora abbiamo fatto un rapido viaggio nelle decadi passate per vedere come andò realmente e i risultati non sono stati sempre catastrofici come si crede a conforto dell’idea che anche le più nere previsioni possono essere smentite. Analizziamo, quindi, gli ultimi 50 anni di pallone del nuovo anno, decennio per decennio.

50 ANNI FA Napoli Cagliari 2-0, 2 gennaio 1966 (Bean e Altafini, entrambi su rigore). È il primo anno della coppia Sivori-Altafini, a Napoli la partita allo stadio è una fiesta continua perché la coppia sudamericana, scaricata dalla Juve e dal Milan, non è affatto finita, anzi… Il Napoli lotterà, da neo promossa, per lo scudetto proprio con l’inserimento della coppia che grida vendetta contro Heriberto Herrera e Gipo Viani e di un nuovo libero, Stenti, che sistema l’intera difesa. Terzo posto a 5 punti dall’Inter che vince lo scudetto. Un Napoli con una bella mentalità che se la gioca a viso aperto con chiunque, battute le grandi, Cagliari inclusa che si apprestava a costruire lo squadrone che avrebbe di lì a poco vinto il campionato con Riva, Cera, Rizzo, Greatti e Martiradonna.

40 ANNI FA Juventus Napoli 2-1, 4 gennaio 1976 (Savoldi su rigore, Damiani e Gori per i bianconeri). È l’anno di “Oj vita Oj vita mia” all’Olimpico, Savoldi arriva a Napoli con tanti buoni propositi, la squadra sembra destinata al primo tricolore della sua storia ma si commette l’errore di dare Clerici, colui che faceva girare tutto l’attacco di Vinicio, al Bologna. Il Napoli parte alla grande ma poi si perde per strada nonostante un buon attacco e una discreta difesa, finirà quinto. Alla fine Savoldi segna quanto Clerici ma con 7 rigori realizzati su 8 concessi. Vinicio, stanco del “tira e molla” con Ferlaino, lascia la squadra a Delfrati e Rivellino che portano a casa la Coppa Italia a giugno. Proprio la gara con la Juve a Torino sarà quella che dimostrerà l’immaturità del Napoli per certi traguardi, la non mentalità a vincere. Una volta in vantaggio con Savoldi nel primo tempo, gli azzurri si chiusero a riccio e si fecero sorpassare dalla Juventus.

30 ANNI FA Como Napoli 1-1, 5 gennaio 1986 (autorete di Renica per i lariani e Maradona su rigore). È il primo anno di Bianchi, la squadra finisce terza, a soli 6 punti dalla Juve scudettata, è l’inizio della rivoluzione che porterà allo scudetto dopo un inizio di decennio da incubo con due retrocessioni sfiorate. Amen e così sia. Rivoltata come un calzino sia la società che la squadra, via Juliano e Marchesi, arrivano Allodi e Marino. Giordano, Pecci, Filardi, Garella, Buriani e Renica saranno pedine fondamentali del new deal azzurro. Maradona inizia a trovarsi a fianco giocatori di spessore. Era ora! I pareggi con Pisa, Lecce, Atalanta, Udinese e Verona ci dicono, però, che quella squadra non era ancora consapevole della sua reale forza e lo stesso 1 a 1 di Como, su un campo che più provinciale non si può, raggiunto solo su un penalty di Maradona, è indicativo in questo senso.

20 ANNI FA Napoli Lazio 1-0, 7 gennaio 1996 (Di Napoli). Decimo in classifica insieme a Udinese e Cagliari, un’aura mediocritas. La squadra, però, sulla carta, non è per nulla male con Taglialatela, Pari, Tarantino, Cruz e Ayala, Bordin, Buso, Pizzi e Pecchia, Agostini e Di Napoli, con Baldini e Boghossian, Policano, Imbriani e Colonnese da rincalzo. Confermato Boskov, venduto Cannavaro al Parma, si ha la sensazione che il ciclo di Ferlaino, convinto dai vertici della Lega Calcio a rientrare, sia ormai terminato. Squadra anemica, in ben quindici gare gli azzurri non segneranno nemmeno una rete, penultimo attacco della Serie A. Con pochi soldi per essere competitivo, il Napoli di zio Vudjadin frigge il pesce con l’acqua, i tempi dell’olio buono sono ancora da venire. Quel Napoli, che ricordiamo anche per la volenterosa presenza del povero Carmelo Imbriani, visse di rare soddisfazioni. Una di queste fu appunto l’aver battuto una grande Lazio (Boksic, Signori, Nesta, Winter, Rambaudi, Casiraghi ed altri) al San Paolo.

10 ANNI FA Napoli Acireale 1-0, 8 gennaio 2006 (Sosa) Miglior attacco e miglior difesa del campionato, così il Napoli ritorna in serie B staccando il Frosinone di 13 punti in un girone che l’ha visto calcare i campi di Chieti, Gela, Manfredonia, Martina, Sangiovannese e Juve Stabia. Reja rimane a dispetto della delusione finale del campionato precedente, gli acquisti sono una squadra intera, ben 11. Con Calaiò, Sosa e Pià gli azzurri hanno l’attacco atomico che in categoria non si è mai visto. Il Napoli quell’anno fece 13000 abbonati, 45000 mila presenze contro il Perugia in casa che sancì la promozione, la partita dove Sosa si attaccò alla traversa e girò il campo con la maglietta “Chi ama non dimentica”. La vittoria con i granata dell’Acireale, allenato dall’ex “enfant prodige” della Roma Ugolotti, fu sofferta più che mai. Un golletto di Sosa risolse la pratica. Ma che inferno la serie C!

Davide Morgera

Le foto, dell’Archivio Morgera, sono – dall’alto in basso –

– Rigore di Savoldi contro la Juve

– Bean con Sivori 

Renica, protagonista di quel Napoli
– Pecchia, motorino del 1996
– Sosa in maglia azzurra   

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