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Week-end di protesta in Inghilterra, tifosi uniti contro il caro-biglietti: non più di venti sterline per le trasferte

Week-end di protesta in Inghilterra, tifosi uniti contro il caro-biglietti: non più di venti sterline per le trasferte

Sul Napolista più volte abbiamo raccontato di un “modello inglese”, in tema di stadi ed ordine pubblico, non sempre così perfetto e impeccabile come sbandierato dalla stampa italiana; si continuano ad ignorare le ricadute delle riforme portate avanti tra la fine degli anni ottanta e l’inizio degli novanta, sulla scia della strage di Hillsborough.

Una delle conseguenze più spiacevoli è l’impennata dei prezzi per assistere a una partita, in particolar modo per chi decide di seguire la squadra in trasferta. Contro questi rincari questo fine settimana la FSF – Football Supporters Federationi tifosi delle 20 squadre di Premier League e 10 di Championship faranno sentire la propria voce. Sarà una tappa fondamentale della “Twenty’s Plenty for away fans campaign” il cui obiettivo è stabilire un tetto massimo di 20 sterline – da qui il nome della campagna – per un biglietto in trasferta.

L’iniziativa nasce nel gennaio 2013 quando in occasione di Arsenal – Manchester City, la società londinese pretese dai tifosi ospiti 62 £ (circa 90 euro!) per assistere al match. Uno dei sostenitori dei citizens, Richard Taylor, beffardamente omonimo del giudice Peter ed estensore del noto Rapporto Taylor, provò ad esporre uno striscione di protesta “£ 62!! Where will it stop?”, gli fu immediatamente sequestrato da uno steward – come riporta la cronaca – che provò a giustificarsi: “Sono d’accordo con quanto stai provando a dire, ma ho l’ordine tassativo dal mio capo di sequestrartelo o devo chiamare la polizia”. Il tifoso era era incredulo e decise a malincuore di consegnare lo striscione, riconsegnatogli a fine partita, che non conteneva alcun messaggio offensivo; ai più è noto lo zelo e la premura degli steward inglesi, così come sono altrettanto note le leggi draconiane vigenti negli stadi anglosassoni, infatti un portavoce dell’Arsenal ha poi precisato “lo striscione è stato rimosso perché ostruiva la visuale agli altri sostenitori, non c’è altro motivo”.

Per quel match furono acquistati solo 900 dei 3000 tagliandi messi a disposizione per i sostenitori dei citizens. Sul fatto intervenne anche lo chief executive della Premier League, Richard Scudamore:”I tifosi del Manchester City hanno fatto quello che andrebbe fatto: se pensano che i prezzi siano troppo alti, loro non devono venire. Sono sicuro che la questione sarà affrontata e non si ripeterà più”.

Until the cows come home

Sono trascorsi quasi 3 anni da quelle dichiarazioni ma nulla è cambiato, anzi. L’ultima protesta in ordine di tempo è stata quella dei tifosi del Liverpool che boicottarono nello scorso aprile la trasferta contro l’Hull City. I gruppi leader della protesta, Spirit of Shankly e Spion Kop 1906, spiegarono come 50 sterline per un biglietto fosse un abuso, sopratutto perché in quella stessa stagione i tifosi dello Stoke ne pagarono 16 mentre quelli dell’Everton 35.

Qualcosa però sta iniziando a muoversi. Secondo i dati raccolti dalla FSF, la “Twenty’s Plenty” dal suo lancio ha “salvato” 68 mila tifosi per un risparmio totale di 738 mila sterline. Nel 2013-2014 i fan hanno risparmiato 342 mila sterline, mentre nel 2014-2015 sono stati 396 mila. 
Kevin Miles, chief executive dela FSF, ha dichiarato: “Negli ultimi 25 anni si sono arricchiti calciatori, dirigenti, proprietari ed agenti. Noi pensiamo che sia arrivato il momento che anche i tifosi possano avere qualche beneficio, nove su dieci ritengono il calcio troppo costoso. È una questione che non riguarda solamente la Premier League, ogni settimana ci sono tifosi scontenti anche nella parte più bassa della piramide”. Non è però unicamente una questione di prezzi, tra le altre richieste c’è quella di mettere fine alla match categorisation, ovvero prezzi più elevati a seconda del match, per i tifosi in trasferta rendendo inaccessibile la partita soprattutto ai più giovani. Proprio quest’ultima fascia è oggetto di un’altra richiesta ovvero la standardizzazione di una junior concessions agli under 18 e una tutela per i ragazzi nell’età compresa tra i 18 ed i 25. La FSF sottolinea come gli ultimi accordi per i diritti televisivi comportino una spesa di 40 £ per ogni singolo tifoso ed i club ormai – questa è la critica – hanno abbastanza soldi per ridurre i prezzi dei biglietti e aiutare i tifosi.

Per Miles gli away fans sono una parte vitale della cultura calcistica inglese, perciò sabato e domenica protesteranno contro l’aumento dei prezzi. “Abbiamo la grande tradizione di seguire la squadra in trasferta, probabilmente il numero di tifosi che viaggiano più alto nel mondo. Questa abitudine non dev’essere messa in pericolo dall’elevato costo dei biglietti. La tempistica è fondamentale, nelle prossime settimane i top club si spartiranno l’ultima parte dei diritti televisivi, è giusto che anche i tifosi abbiano la loro parte”.

Qualche società grazie a questa mobilitiazione ha iniziato a ridurre i prezzi, anche tramite accordi con altri club, come il Newcastle e lo Stoke City. I Potters hanno annunciato sul proprio sito che i tifosi del Newcastle pagheranno il biglietto per il Britannia Stadium circa 20 pound, per gli over 65 e i disabili il prezzo sarà di 10 mentre per gli under 17 solo 5 sterline. Un accordo simile è stato raggiunto per circa 25 £ con West Ham e il Watford. Anche lo Swansea ha mostrato attenzione per i propri affezionati lanciando la campagna “True to 22”: con questa iniziativa il club gallese si accolla parte della spesa di ogni biglietto per tutte le trasferte di Premier acquistato tramite i suoi circuiti (Jack Army). Questo significa che nessun tifoso pagherà più di 22 sterline per biglietto con un risparmio per i tifosi di circa 300 mila sterline.

Scudamore ha riconosciuto che gli away fans sono una razza speciale e punto di forza unico della Premier League, ma la questione dei prezzi eccessivi – secondo lo chief executive della Premier – non consente una giusta riflessione. Per ora il problema permane: in uno studio della GoEuro in collaborazione con Onefootball è emerso che il costo medio per una trasferita in Inghilterra è di 297 euro mentre il prezzo per un biglietto è in media di 74 euro, i più alti di tutta Europa. Dietro l’Inghilterra c’è la Spagna con 185 euro di trasferta/70 euro per il biglietto; terza l’Italia con 224/69 per il tagliando. Solo decima la Germania con 163 euro per il viaggio e 32 per il ticket.

La Germania è un termine di paragone importante e non solo dal punto di vista tecnico, si sottolinea infatti come sia più economico volare per guardare certe partite di Bundesliga che viaggiare per le trasferte di Premier. Il Mail a questo proposito segnala, come, ad esempio, il volo di ritorno da Dortmund poteva essere comprato a 114 pound dai tifosi del SV Darmstadt, mentre quelli del Chelsea per andare a Newcastle ne hanno spese 127.

Arne Stedig della fanzine del Borussia Dortmund avverte come in Germania spesso guardano con preoccupazione ai prezzi inglesi, temendo che un giorno questo possa accadere anche da loro. Come per la trasferta ad Hoffenheim, i tifosi gialloneri hanno pianificato una protesta contro l’anormale prezzo del biglietto (55 €), un aumento che ha riguardato solo le sfide con BVB e Bayern Monaco, tipico esempio di “Topspielzuschläge” (match categorisation in tedesco).

In Germania nel 2010 nacque il “Kein Zwanni fur nen steh” (più o meno il corrispettivo tedesco del Twenty’s Plenty) i cui protagonisti, sempre i tifosi del Borussia, boicottarono il Revierderby, perché lo Schalke decise di classificare il match come “top game”, aumentando sensibilmente il prezzo dei tagliandi rispetto ai 14 euro dell’anno precedente.
Il timore che un fenomeno per ora minoritario possa crescere, così come sottolineato da Stedig, c’è e non aiutano le dichiarazioni del capo della Bundesliga, Christian Seifert, il quale ha ammesso che non ha alcun potere sulla questione: “tutti i club possono decidere da soli, ma spesso il buon senso prevale”.

Parole che non chiariscono né forniscono indicazioni precise per i tifosi tedeschi, mentre per quelli inglesi questo fine settimana, steward permettendo, sarà un crocevia decisivo.
Alfonso Noël Angrisani

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