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Sarri archivia il 4-3-3, come Sacchi a Usa 94. A questo punto il trequartista diventa fondamentale

Sarri archivia il 4-3-3, come Sacchi a Usa 94. A questo punto il trequartista diventa fondamentale

“Col 4-3-3 perdiamo il baricentro”. Così Maurizio Sarri archivia il modulo caro a Zeman (e anche al primo Guardiola) sul palco di Dimaro. E ricorda una questione che ventuno anni fa divenne nazionale. Arrigo Sacchi provava due schemi, il 4-4-2 e il 4-3-3. Ma con quest’ultimo si creava sempre un buco a centrocampo e Franco Baresi glielo fece notare a muso duro: “Soffriamo troppo, siamo scoperti”. Il sacrificato, alla lunga, fu Beppe Signori che giocò la prima (persa contro l’Irlanda) con Baggio, la seconda da tornante, poi servì al codino la palla del 2-1 contro la Spagna e si rese protagonista del gran rifiuto di giocare la finale. 

Addio 4-3-3 quindi. Sarri circoscrive a due moduli il Napoli presente e futuro. Albero di Natale di ancelottiana memoria (4-3-2-1) ma in quel Milan bisognava far convivere gente come Kakà e Seedorf oppure lo schema 4-3-1-2 con cui Sarri ha giocato a Empoli. Con quel ruolo di trequartista che non è un trequartista classico né nel senso di regista alla Platini né in quello di Zico. Deve rientrare, coprire, offrire soluzioni a Valdifiori e proporne per la coppia che ha davanti a sé. Insigne potrebbe ricoprirlo, ha dimostrato di sapersi sacrificare, ma le dichiarazioni post Anauna fanno capire che Sarri nutre dei dubbi. 

Dal palco di Dimaro ha poi confermato che Hamsik gli ha chiesto di giocare mezz’ala ma non ha escluso un suo impiego da trequartista. Sarri, da sacchiano d’origine, dedica tanta attenzione alla difesa e alla fase difensiva. C’è da dire che ai tempi del primo Sacchi la regola del fuorigioco era completamente diversa: qualsiasi giocatore oltre la linea del fuorigioco, anche se lontano trenta metri dall’azione, era considerato in off-side. Da tempo, come sappiamo, non è più così.

Il suo primo pensiero, com’è ovvio che sia, lo ha dedicato alla protezione della difesa. Il Napoli ha rivoluzionato il centrocampo con due colpi forse poco considerati ma si tratta di calciatori che hanno primeggiato nelle loro specialità. Allan è stato il calciatore con più tackle vinti nell’ultimo campionato di serie A (comunque dotato di una buona tecnica individuale) e Valdifiori il giocatore che ha creato il maggior numero di occasioni da gol. Saranno la barriera frangiflutti davanti alla difesa. Hamsik non ha certamente il tackle nel Dna e quindi il trequartista dovrà arretrare per non lasciare buchi. i due davanti dovrebbero essere Gonzalone e Gabbiadini, forse poco rapidi per il gioco di Sarri ma con una tecnica e un senso del gol in grado di sopperire ampiamente a qualsiasi lacuna fisica. 

Il mercato del Napoli prosegue con la ricerca di un terzino destro e forse di un centrale (è già arrivato Astori) ma il sospetto è che Sarri non si sia arreso ad avere un trequartista che conosce il suo gioco. Col trequartista avrebbe creato la cerniera fondamentale portiere-regista-trequartista, con Allan a tutto campo. In questo, come già scrivemmo, è un sacchiano anomalo. Tra l’altro ci sarebbe da approfondire la riscoperta di questo ruolo un tempo – proprio sulla scia del sacchismo – bandito dal calcio italiano. Non a caso anche la Juventus ne sta cercando uno, pur se in Germania.
Massimiliano Gallo

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