ilNapolista

Sarri come Billy Beane. Il predicatore dell’intensità a Sorrento non ebbe il sostegno del presidente

Sarri come Billy Beane. Il predicatore dell’intensità a Sorrento non ebbe il sostegno del presidente

Maurizio Sarri come Billy Beane.
Il nome dell’ex general manager degli Oakland Athletics non dirà molto ai tifosi del Napoli, ma una similitudine lega a doppia mandata il neo tecnico dei partenopei e colui che scrisse una pagina di storia del baseball americano. Il tutto fotografato ne “L’Arte di Vincere”.
Come Beane, Sarri sviscera dati su dati vivisezionando dvd, video a gogo e qualunque tipo di statistica sugli avversari.
Uno studioso che porta Napoli nella sua scheda tecnica non solo come lavoro, ma anche come luogo di nascita.
Un toscano napoletano che ama fumare e che studia, studia e studia l’avversario.
La richiesta di avere il suo staff fatta a De Laurentis è frutto di anni e anni di lavoro fianco a fianco.
Sarri e Calzona sono una cosa sola. Non sempre si conosce il compito del secondo allenatore, Sarri a Sorrento lo disse a chiare lettere: “Studia l’avversario”.
Sorrento, ecco la parentesi in chiaroscuro che il trainer ha vissuto in Campania.
Proprio con la Campania il rapporto dell’ex allenatore dell’Empoli sembra non essere mai sbocciato.
Ad Avellino non allenò mai, a Sorrento ricevette il benservito dopo un clamoroso flop a Vercelli.
Nell’arco di cinque mesi si ruppe qualche cosa, o quel qualcosa chiamato fiducia non era mai nato.
Si passò dal “Sarri mi ricorda Del Neri” a “Con Sarri giochiamo meno bene rispetto a Simonelli”. In pratica l’ex patron fiaccò lentamente l’egemonia nello spogliatoio del tecnico.
Il toscano-napoletano va molto vicino all’essere un sergente di ferro, non si affida mai alla seduta a porte chiuse, non tenta di appellarsi a scuse fantasiose.
La parola d’ordine in settimana è: intensità.
Minicampionato in allenamento. Squadre diverse di sette giorni in sette giorni, con giocatori che mese dopo mese si danno battaglia nella mini-champions per pagare la cena a scadenza fissa.
Maniacale la cura del dettaglio e delle palle inattive. Mister 33 schemi stabilisce a tavolino quello che mette a nudo le deficienze dell’avversario. Venerdì e sabato inizia la versione “picchio”. Prove su prove dalle punizioni agli angoli per trovare la sincronia.
Fondamentali le sedute video. Dvd nei quali Sarri e Calzona presentano alla squadra la vivisezione dell’avversario e degli errorri commessi nell’ultimo turno di campionato.
Cruciali le quattro paginette A4 che ricevono i calciatori prima delle sfide di campionato.
Il classico compitino a casa. Percentuali di passaggio, giocate vincenti dell’avversario, compiti speciali in campo, il tutto per facilitare il gioco dei suoi ragazzi.
A Napoli sarà determinate una cosa: unità d’intenti. Si, perché se nella terra delle sirene l’allora presidente Gambardella restò ammaliato dal picchettare di sponsor e dirigenti: “Fuma tanto e parla troppo”, nella capitale del Sud il presidente De Laurentis, che di film da Oscar se ne intende, dovrà prendere spunto da “L’Arte di Vincere” ed essere dalla parte del tecnico per ricevere i frutti sperati.
Jose Astarita

ilnapolista © riproduzione riservata