Il Napolista, i suoi commentatori e un consiglio ai papponisti: guardate dov’è finito il Lecce senza i Semeraro
Durante tutto l’anno, come sempre, il Napolista mi ha accompagnato ogni giorno con i vari articoli e i commenti che ho sempre letto con attenzione. Ora credo sia tempo di puntualizzare alcun dati oggettivamente incontrovertibili e che pure non ho visto sufficientemente rimarcati. Le mie considerazioni sono le seguenti. Premetto che non è la verità […]
Durante tutto l’anno, come sempre, il Napolista mi ha accompagnato ogni giorno con i vari articoli e i commenti che ho sempre letto con attenzione. Ora credo sia tempo di puntualizzare alcun dati oggettivamente incontrovertibili e che pure non ho visto sufficientemente rimarcati.
Le mie considerazioni sono le seguenti. Premetto che non è la verità discesa dal cielo, ma solo la mia opinione di tifoso che cercherò di esprimere senza alcuna intenzione di offendere nessuno.
1) Seguo il Napolista perché è l’unico sito dove si parla di calcio e del nostro Napoli in toni e modi differenti, nei quali mi rispecchio totalmente, anche se non sempre condivido alcuni giudizi.
2) Dall’avvento di Benitez c’è stata da subito una presa di campo netta e chiara da parte vostra. Questo, visto il corso della stagione, vi ha procurato un sacco di attacchi, a volte anche pesanti, ai limiti della denuncia, in cui mi sono sentito accomunato. Ora mi e ti (ti posso dare del tu?) chiedo: sapendo che il sito era chiaramente pro Don Rafa, perché ostinarsi a definirci nella migliore occasione talebani o testimoni di Geova? Ma chi ha chiesto ai vari lettori di offenderci ripetutamente? Ho le fette di prosciutto sugli occhi, e allora? Non sono libero di averle? Chi li ha pregati di venire a scrivere sul nostro blog? Perché non sono andati a disquisire dei massimi sistemi su siti a loro più congeniali invece di atteggiarsi a intellettuali eupallici? Il fatto che non l’abbiano fatto dà da pensare… Attenzione: una cosa è una critica costruttiva e/o obiettiva, l’altra è offendere solo per il gusto di farlo, per atteggiarsi a superesperto e fare il bastian contrario, o solo perché ti sta sulle scatole l’allenatore iberico… Salvo poi cercare più di una volta di correre in aiuto dei vincitori, come Flaiano amava dire.
3) Andando nello specifico tecnico, premettendo che con i “se” e con i “ma” non si fa la storia, ancora oggi leggo dell’integralismo di Benitez e non si considerano e non si rimarcano dati evidenti, anche da parte del Napolista, forse per paura di farli apparire come giustificazioni puerili. E invece no, sono dati di fatto. Il Napoli ha giocato un numero incredibile di partite senza un portiere degno di questo nome e una difesa titolata: che colpa ne ha Rafa se Albiol in alcune partite è stata la timida ombra di quello che era? Quali colpe ascrivergli se tra Rafael ed Andujar ho perso il conto dei punti persi? È puerile dire che con Buffon in porta forse ora saremmo in Champions? E poi, parlare della pochezza del centrocampo “a due” significa veramente non capire niente di tattica! E quante partite Callejon, Hamsik e lo stesso Higuain hanno giocato ben al di sotto del proprio livello? Colpa di Rafa? Perché metteva in campo giocatori “spremuti”? Ma lo sanno lor signori come si fa una formazione oggi, quali parametri biomedici si rilevano in allenamento? Permettono un modesto consiglio? Non vadano a spulciare nel Milan o nella Juventus, basterebbe che avessero seguito un po’ il lavoro di Peppino Palaia, mitico medico sociale del Lecce di qualche anno fa, attualmente all’Enel Brindisi di basket. Non basta sciorinare numeri, dati e statistiche, nel calcio non funziona solo così!
4) e ultimo punto. Il “pappone”. A me come personaggio Adl non piace ma è un dato di fatto che dalla C ci ha portati alla Champions e anche in meno del tempo previsto. Non voglio parlare del sano bilancio della società, fair play finanziario etc etc ma solo far riflettere sul fatto che se Adl lasciasse non ci sarebbe nessuno in grado di sostituirlo. Ho citato prima il Lecce: valga da esempio. Con l’uscita della famiglia Semeraro, che lo aveva tenuto per anni in serie A e B, dopo tre anni di serie C con i Tesoro – baresi, che lo avevano rilevato salvandolo dal fallimento, nella totale indifferenza degli imprenditori locali – allo stato attuale rischia di non iscriversi al prossimo campionato e di partire dalla Promozione. Quindi, personalmente, anche turandomi un po’ il naso, dico “Evviva Adl”, e lunga vita! Mimmo Rocco(cardiochirurgo)
di Luca Montanari - POSTA NAPOLISTA - Si parla poco della debolezza mentale di Pecco e del Mondiale buttato lo scorso anno. Nel 2002 nessuno fiatò quando la Ducati stoppò Bastianini per aiutare Bagnaia contro Quartaro
di Gianluca Grazioli - POSTA NAPOLISTA - Gravina sbaglia di tutto, esonera Spalletti senza avere il successore, non si assume una responsabilità, e il giornale di Milano attacca Ranieri
di don Giampaolo Centofanti - POSTA NAPOLISTA - Il vuoto sociale produce conseguenze. I giovani a scuola non vengono orientati a cercare in cosa credono. Oggi il calcio è autoreferenzialità e politicamente corretto
di Raffaele Sannino - POSTA NAPOLISTA - È evidente il cambio di politica aziendale. Il presidente giustamente punta, nei prossimi anni, a vendere il Napoli alla cifra che merita. Con i fondi capiremo il termine pappone
di Il Catenaccista - POSTA NAPOLISTA - Lo scudetto più operaio. Vinto da leccese che tradisce l’accento pugliese solo dopo la vittoria. L'urlo “Campioni campioni” tra i ghiacci
di Valerio Finizio - POSTA NAPOLISTA - Il racconto di una giornata particolare: dalla lezione universitaria allo sciopero dei trasporti, fino all'apparizione del Maradona
di Attilio Pollio - POSTA NAPOLISTA - Spesso cambiavo canale, tanto dopo dieci minuti non era cambiato granché. Anche a Torino si stufarono di Allegri nonostante vincesse
di Giovanni Cioffi - POSTA NAPOLISTA - Per divertirsi, dice bene Allegri, fai altro, non vai al campo. De Laurentiis merita solo elogi, proprio come Conte
di Vincenzo Fusco - POSTA NAPOLISTA - Il vero miracolo è quello di De Laurentiis, non il suo. Esiste soltanto il suo ego, il suo gioco è superato. Vincere non è l'unica cosa che conta
di Marcello Iadevito - POSTA NAPOLISTA - Lotta punto a punto, sudore, ambiente ostile, ritorno all'essere underdog, pressione e adrenalina. La fotocopia del 2006