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Bombe carta, discriminazione territoriale, scommesse e tanto altro. Il calcio italiano di merda tollera tutto tranne Benitez

Bombe carta, discriminazione territoriale, scommesse e tanto altro. Il calcio italiano di merda tollera tutto tranne Benitez

La squalifica di Benitez impone all’autore di questa rubrica di cambiare nome. Da Napolista rionale, divento Vittimista rionale. E pazienza se qualcuno, nei commenti, ci insulterà. Ma il “calcio italiano di merda” di cui parla Rafa è sotto i nostri occhi: è quello che punisce l’allenatore del Napoli e poi affida la Nazionale, ricoprendolo d’oro, a un tecnico coinvolto nel caso scommesse. È il mondo che si sceglie come “uomo forte” un presidente che solo la prescrizione ha salvato dallo scandalo Calciopoli. Lo stesso presidente che ha come capitano della squadra uno dei principali indagati dell’inchiesta sulle scommesse. Il calcio italiano di merda è quello che chiude il San Paolo per il petardo lanciato durante la “trattativa” del 3 maggio all’Olimpico fra Genny ‘a Carogna e l’ordine costituito, squalifica (giustamente) la curva dell’Olimpico per uno striscione e poi non prende provvedimenti se, dal settore ospiti della Juventus, viene lanciata una bomba sui tifosi del Torino.

Un calcio, quello italiano, che non è capace di neppure di esigere dalla sua società più titolata il rispetto di sentenze oggi non più solo sportive e si sorbisce in silenzio la solfa degli “scudetti vinti sul campo”. Per non parlare dei cori di “discriminazione territoriale”, frettolosamente depenalizzati tanto per far capire che offendere un napoletano non è reato.

Eh già, siamo proprio vittimisti, avete ragione. E infatti ci stupiamo che paghi solo Benitez, per i fatti di Parma-Napoli, e non Donadoni che, dopo aver lanciato il sasso nascondendo la mano, si è andato pure a riprendere la pietra nel timore di essere interrogato dalla procura federale. A ben guardare, la frase di Rafa lo avvicina come non mai a un suo storico avversario, quel Josè Mourinho che mimò le manette durante una partita arbitrata, se non ricordo male, dal signor Tagliavento. E poi, tornando a Parma-Napoli, il calcio italiano è quello che non solo tollera, ma addirittura elogia l’ardore “a targhe alterne” dei Ducali. Non sono parole del Vittimista, attenzione, ma di un giornalista come Gianfranco Teotino, già al Corriere della Sera e al Mattino. Seguendo il campionato, Teotino ha notato come il Parma si sia battuto con particolare efficacia soprattutto nelle partite che, per palinsesto televisivo, erano collocate come anticipo e posticipo, dunque con una possibilità di audience maggiore rispetto alle altre. In un altro calcio, forse, si parlerebbe di campionato falsato per molto meno, anche per una società tecnicamente fallita che continua a disputare il torneo dopo aver ottenuto (quasi preteso) il sostegno della federazione. Ah, sì, ma noi siamo vittimisti. Certo che lo siamo. Non fessi, però.
Vittimista rionale

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