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Roma-Napoli del 1973, nemmeno l’austerity fermò 25mila tifosi. Ferlaino si beccò una multa, Braglia segnò il gol vittoria

Roma-Napoli del 1973, nemmeno l’austerity fermò 25mila tifosi. Ferlaino si beccò una multa, Braglia segnò il gol vittoria

Corsi e ricorsi storici, la storia che si ripete ma spesso in maniera peggiore. Circa quaranta anni fa fu l’austerity a minacciare l’esodo dei tifosi napoletani all’Olimpico, adesso sono le leggi contorte di uno stato e di una federazione che stanno facendo molto per rompere il giocattolo calcio con divieti, ordinanze e decreti dell’ultima ora. A pagare naturalmente è sempre il tifoso, la sua insana passione e l’amore per un gioco che resta il più bello del mondo.

In principio fu l’austerity. Una decisione presa dall’allora governo Rumor (presidente della Repubblica era Leone ) per contenere il consumo energetico in seguito allo choc petrolifero del 1973 e che “costrinse” gli italiani a usare mezzi pubblici, biciclette e ad andare a piedi per varie domeniche. E a rivederla oggi ci sembra veramente una favola d’altri tempi, diremmo a lieto fine, perché nemmeno il governo fermò la marcia dei tifosi napoletani verso Roma.

La prima domenica di austerity degli italiani coincise proprio con un derby Roma-Napoli. Correva l’anno 1973, il mese era dicembre e sembrava stesse per accadere un’apocalissi tanto l’Italia del dopo boom si era abituata all’utilitaria per andare al lavoro e per ogni minimo spostamento. La domenica precedente fuori agli stadi c’era stato l’ultimo assalto selvaggio al posto macchina, i parcheggi erano pieni come un uovo e le foto avevano come didascalia “l’ultimo assedio delle auto” spiegando come, dalla domenica successiva in poi, i tifosi avrebbero dovuto trovare altri mezzi di locomozione per recarsi alle partite. Il Napoli aveva battuto in casa il Vicenza con reti di Zurlini e Clerici ed era balzato al primo posto solitario in classifica.

Come si faceva a fermare l’onda di tifosi che sarebbero sbarcati all’Olimpico di Roma per il derby della domenica successiva? Come si sarebbero organizzati i geniali napoletani nel trovare mezzi di trasporto utili per portarli nella Capitale? Come sarebbe stata fermata la muraglia umana partenopea che voleva tifare per la loro squadra prima in classifica? Belle domande. Purtroppo la rinuncia alle automobili si era resa necessaria anche se la popolazione reagì abbastanza bene e con compostezza alla decisione del Governo. Quella prima domenica, che sembrò di grande sacrificio proprio per l’abitudine che si aveva ad usare i mezzi a motore, fu affrontata con grande civismo e passeggiate ecologiche furono la norma in moltissime città italiane. Anch’io andai a vedere la partita nel piccolo impianto del mio paese, mano nella mano col mio papà, facendo una bella camminata a piedi ma con l’immancabile radiolina attaccata alle orecchie. D’altronde, giocava la squadra dei miei cugini ma come potevo non collegarmi con l’Olimpico e il secondo tempo di “Tutto il calcio minuto per minuto”?

Napoli, intanto, anche per l’inclemenza del tempo, sembrò assolutamente deserta, priva come era del suo solito volto da “congestione da traffico”. E allora, successe quello che non ti aspettavi accadesse. Venticinquemila dicasi venticinquemila napoletani, nonostante il divieto di circolazione e il tempo brutto e piovoso, seguirono la squadra azzurra a Roma. Nella capitale deserta i tifosi partenopei si comportarono benissimo portando una nota di colore e sventolando sciarpe, bandiere, immancabili ciucci bardati col colore del cielo, putipù e triccaballacche. Una banda con tanto di grancassa e tamburelli intonò i più popolari motivi napoletani e al gol di Braglia, decisivo per le sorti dell’incontro, un tifoso truccato da Totò percorse a piedi tutto lo stadio, dal lato delle curve, imitando l’andatura e le movenze del popolare comico scomparso sei anni prima. Addirittura Ferlaino, per essersi fatto trasportare da Napoli a Roma in taxi, fu multato di 100mila lire all’uscita dall’Autosole. Moltissimi tifosi, come il presidente, furono comunque fermati dalla polizia e rimandati indietro, cornuti e mazziati. Incidenti? Zero.

Ma come si superò il problema? Moltissimi napoletani si recarono allo stadio con largo anticipo, prenotarono in auto private ed in autobus nei paraggi del Foro italico per poter più facilmente raggiungere i vari settori dell’Olimpico. La pioggia e il maltempo influirono solo marginalmente per l’afflusso allo stadio, la maggior parte dei napoletani aveva già programmato l’accesso all’impianto sportivo dalla giornata di sabato pernottando negli alberghi della città. Un’organizzazione semiclandestina partenopea assicurò, per un gran numero di tifosi, con un minimo di sovrapprezzo, un posto in carrozzella fino all’Olimpico. Altri bagarini, per 2000 lire, affittarono dalla stazione Termini allo stadio, sempre col biglietto d’ingresso, una bicicletta che doveva poi essere restituita il lunedì mattina.

I giocatori del Napoli viaggiarono con mogli e figli in pullman in via del tutto eccezionale sotto una pioggerella, un cielo grigio e un freddo insistente. Andare allo stadio a piedi fu un’esperienza bellissima e in questo non si poteva non ringraziare gli sceicchi del Kuwait. Vuoti ed irreali gli immensi parcheggi intorno all’Olimpico, gli ambulanti napoletani si materializzarono vendendo panzarotti e paste cresciute sotto gli sguardi attoniti dei tifosi giallorossi. Alle 13, all’Olimpico, erano già quasi in 30mila e la maggior parte erano napoletani che, per non smentirsi, iniziarono a sparare qualche bengala, petardi e mortaretti (si era nel mese di…Natale! ) tanto per riscaldare gli animi e cominciare gli sfottò coi romanisti. Questi sembravano addirittura in minoranza, avviliti per la sconfitta e poco fecero per contrapporsi e fronteggiare i cori dei napoletani. Quando segnò Braglia al 37′ un vero e proprio mortaio sparò diversi colpi e la corsa di ‘Cavallo pazzo’ dovette squarciare il cuore dei presenti.

Ma forse i napoletani, quella domenica, dell’austerity, non se ne accorsero nemmeno. Anzi scommettiamo che molti di loro giurarono che sarebbero andati sempre allo stadio a piedi se il Napoli avesse vinto lo scudetto?
Davide Morgera

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