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Hamsik arretra sempre più (per ora siamo a 20 metri) ed è a due gol dal suo record di sempre col Napoli

Hamsik arretra sempre più (per ora siamo a 20 metri) ed è a due gol dal suo record di sempre col Napoli

Torniamo al calcio. Il Napoli ha vinto ancora. Sul campo del disastrato Cagliari, ma ha vinto. Una vocina che ama la polemica suggerisce di ricordare che la squadra guidata da un allenatore in grande ascesa ha pareggiato in casa col Cesena ma francamente sono polemiche di basso cabotaggio. Il Napoli è passato a Cagliari con un primo tempo dignitoso e un secondo quasi in scioltezza nonostante l’uomo in meno per l’espulsione di Maggio. Tre vittorie in otto giorni, la zona Champions a cinque punti e un morale non più sotto i tacchi.

Tra i giornalisti napoletani continua a essere molto in voga la tesi del ritiro come toccasana. Quindi evitiamo di ricordare loro che anche il Cagliari era in ritiro. Detto questo, il Napoli dalla sfuriata di De Laurentiis ha vinto tre partite e segnato dieci gol. È un fatto. Va altresì ricordato che in caso contrario si sarebbe detto che nemmeno il ritiro era riuscito a risollevare una squadra ormai al collasso.

L’altro grande tema è Marek Hamsik. Oggi il suo arretramento in campo è arrivato a venti metri. Chi offre di più? Venticinque e uno, venticinque e due. L’obiettivo sono i 45 metri, primo record di Enzo Maiorca in assetto variabile.

Vabbè, facciamo i seri. Il Napoli si è rimesso in carreggiata. A Cagliari Benitez ha cambiato il centrocampo, ha regalato 90 minuti a Insigne, ha riproposto Strinic e Koulibaly che pronti via ha rischiato di provocarci un infarto. Pochi ne parlano ma la costruzione di Britos difensore centrale da parte di Benitez meriterebbe un convegno di un paio di giorni. Molto positiva la prova di Andujar che è stato decisivo in un paio di occasioni nel primo tempo. E poi, diciamo la verità, così come a Wolfsburg anche a Cagliari il Napoli è andato in gol quasi alla prima occasione. È proprio un altro sport riuscire a segnare quasi al primo tentativo.

Ha segnato Callejon, gol numero undici in stagione, su assist sontuoso di Hamsik. Il capitano ha ripreso a giocare come Federer, testa alta e la mette sempre all’incrocio delle righe. È un piacere vederlo giocare, come giovedì a Wolfsburg quando capitalizzò di prima una pennellata di Higuain dopo la prodezza di Maggio (in tutto tredici tocchi e gol). A proposito di Marek, al netto degli assist (sette in campionato, meglio di lui ha fatto solo Candreva con nove), il capitano è a undici reti in stagione: a sole due lunghezze dal suo record di sempre, 13, del 2010-2011. Non male per un calciatore rovinato dal suo allenatore. Guardavo un po’ di numeri (ad esempio Higuain è già a quota 24, la stessa raggiunta lo scorso anno) e pensavo che uno degli obiettivi (mi sa fallito) che si era prefisso Benitez era di farci comprendere che non esiste solo il campionato nella gestione di una squadra. Hamsik, nell’anno in cui ha fatto segnare il record negativo in serie A (5 reti), rischia di battere il suo primato personale con la maglia del Napoli. Perché di competizioni ce ne sono tre, e noi in realtà quest’anno ne abbiamo giocate cinque: Champions (ahinoi), Europa League, Coppa Italia, Supercoppa italiana e campionato. Se questa mentalità riuscisse a far breccia in noi, la nostra prospettiva cambierebbe. Appunto, se. 

Il secondo gol è stato su autorete. Il terzo lo ha realizzato Gabbiadini. Giunto già a quota sette reti con la maglia del Napoli. In campionato è a undici, sette li ha realizzati con la Sampdoria. 

Per questo finale di campionato, Benitez potrà contare su Insigne e su un ritrovato Callejon. Oltre che su Hamsik. Nell’annata in cui, anche a voler pensare malissimo, il Napoli giocherà almeno 57 partite, record degli ultimi tempi. Nell’annata 1988-89, quando vincemmo la Coppa Uefa e arrivammo in finale di Coppa Italia (perdendola contro la Sampdoria) ne giocammo sessanta. Record che potremmo eguagliare solo se…

Qualche notazione a margine. L’idea di tenere Benitez sulla corda con lo spauracchio Mihajlovic mi fa venire in mente uno che vuole far ingelosire Rita Hayworth flirtando con Gegia. Per il resto, dei cori dei tifosi del Liverpool nostalgici di Rafa abbiamo già detto. Ah, un’ultima annotazione: i fischi a Cagliari; ormai non c’è stadio in Italia dove non si fischi quando si perde (a Roma hanno fischiato anche il pareggio e rumoreggiavano anche quando erano in vantaggio). C’è un problema culturale. E i media non sono affatto esenti da colpe.
Massimiliano Gallo

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