Comm’ era ‘na vota?
Prendo spunto dalla canzone “Comm’era” del rapper napoletano Federico Flugi in arte Tueff, interpretata con Valerio Jovine dei 99 Posse, per riflettere sulle polemiche che circondano il Napoli calcio e, negli ultimi tempi, il suo allenatore. Tante critiche, troppe. La gente sfoga le sue frustrazioni nel calcio. Molti hanno la memoria corta e si lamentano di squadra, allenatore e società che in questi anni hanno riportato il Napoli e la città di Napoli a vincere trofei e a girare a testa alta per l’Europa. Da più parti ho sentito rimpiangere il passato, un glorioso passato che forse tanto glorioso non è stato se non durante i sei anni dell’epoca di Maradona. Tifosi che affermano di meritare di più, giornalisti e opinionisti che criticano a priori Benitez sostenendo che non capisce nulla di calcio o, nella migliore delle ipotesi, che non è entrato nella mentalità italiana. Leggo e sento di persone che rimpiangono Ferlaino dimenticando che la sua gestione ha portato a Napoli Maradona, ma anche un pesante bilancio che ha spinto la società in serie B fino al fallimento con la svendita anno dopo anno dei suoi giocatori migliori.
Abbiamo visto al San Paolo il più grande giocatore di tutti i tempi che ci ha permesso di vincere in sei anni due scudetti (86/87 e 89/90), una Coppa UEFA (88/89), una Coppa Italia (86/87) e una Supercoppa italiana (90/91). Oggi si critica un allenatore che nella sua carriera ha vinto più trofei di quanti ne possa vantare la bacheca del Napoli in tutta la sua storia. Un allenatore di caratura internazionale che ha sempre vinto, anche a Napoli, e che probabilmente dal prossimo anno continuerà a vincere in un’altra squadra.
Si gareggia per vincere, non c’è dubbio, ma non deve essere una colpa o una sconfitta arrivare secondi, terzi o ultimi. Non succede nulla se non si vince, può capitare e magari l’anno successivo andrà meglio. Certo, si può migliorare e a nessuno piace perdere, non sarebbe normale il contrario, ma perché tutta questa negatività, questa rabbia (spesso alimentata da giornalisti locali e opinionisti nazionali)? Sicuramente presidente, società, allenatore e giocatori hanno commesso molti errori, ma dovremmo dire lo stesso per quanto riguarda tifosi e ambiente. Prendiamo esempio dalle tifoserie dell’Athletic Club di Bilbao o del Borussia Dortmund. Sempre con la squadra, a cantare fino alla fine e ad applaudire. Ero a Bilbao durante la sfida per il preliminare di Champions e dopo il gol di Hamsik tutto lo stadio San Mamés ha cantato e incoraggiato i suoi beniamini spingendoli a ribaltare il risultato. Ricordo che accadeva anche al San Paolo. Se si è davvero tifosi si incita e si sostiene la squadra nel bene e nel male al di là del risultato, sempre e fino alla fine. Ci sono ancora nove giornate di campionato, la Coppa Italia e l’impegno europeo da onorare. Si vince e si perde tutti assieme. La nostra storia sportiva lo dimostra.
“Crisciut’ cu’ Maradona, mo’ alluccamm’ pe’ ‘nu gol ‘e Higuain” canta Tueff. Avevamo Maradona, è vero, ma anche una società, una tifoseria, un ambiente unito che andava avanti insieme. Spalla a spalla, nella vittoria o nella sconfitta. Questo è l’unico modo per vincere, nel calcio e nella vita. Quando il San Paolo era il dodicesimo uomo in campo, quando era colorato di azzurro, con sciarpe e bandiere sventolanti orgogliose. Comm’era ‘na vota …e comme sarrà.
Marco Rossano