Napoli-Dinamo Mosca 3-1, il taccuino di Rafa Benitez
Un minuto e già sotto di un gol. Questi non sono di Mosca, questi sono di Zanzara.
Questo gol dimostra che non è importante tenere tre uomini in marcatura su un attaccante, conta che il pallone non lo prenda l’attaccante.
Se non altro, Britos non abbraccia Ghoulam in area. Queste cose le lasciamo fare al Chelsea.
Tra Napul’è e l’inno di Europa League, io prendo Napul’è.
L’infortunio a Koulibaly è un segno del cielo. Dio è russo.
Anche stasera come contro l’Inter, Mertens sembra alimentato da una scossa. Come Alonso.
Quando un uomo con un fucile incontra un uomo con una pistola, gli chiede se vogliono fare una società per fermare Mertens.
I russi alzano un muro al centro della loro area che pare una cortina di ferro.
Il bello di non essere comunisti è che alla cortina di ferro si preferisce Cortina d’Ampezzo.
Il bello di essere comunisti è che a Cortina d’Ampezzo si preferisce un cartoccio di castagne in una festa di piazza.
Higuain è la nostra festa di piazza.
Il gol del pareggio è sponsorizzato dalla Canon. Sembra la fotocopia di quello segnato al Borussia.
Higuain si butta sul cross di Ghoulam con la fame di uno che ha fatto la guerra.
Come cantava Lucio Dalla. I russi, i russi, i sudamericani.
E se è una femmina si chiamerà: Europa.
Quando Mertens si avvicina all’area di rigore, il prato del San Paolo diventa più soffice per accoglierlo.
Lui vede l’area e ha un calo di zuccheri.
Higuain ha smesso di avere paura di sbagliare un calcio di rigorr. Bastava smettere di tirare con il piedino da borghese di via Tasso. Sfonda la rezza e via.
La partita di Inler è la pubblicità del testosterone. Aperture a sinistra, contrasti, recuperi. Se non fosse già del Napoli, stasera lo comprerei.
Callejon ha perso imprevedibilità. È più scontato di una canzone di Ligabue.
La scivolata sulla caviglia di Ghoulam non è un fallo da ammonizione, è più un intervento in artroscopia.
Il terzo gol di Higuain rende il viaggio a Mosca meno turbolento, ma non del tutto tranquillo.
Hamsik è diventato un giocatore di biliardo. È il re della sponda.
Avrei voluto veder giocare Jorginho, invece ho solo potuto mandarlo in campo.
È stato giusto non rischiare Gabbiadini, speriamo di riaverlo prestissimo.
E adesso Verona. I nostri esami non finiscono mai.
Il Ciuccio