ilNapolista

Sì, Sconcerti, ci godiamo il presente ma sarebbe grave non occuparsi del futuro (del Napoli e di Benitez)

Sì, Sconcerti, ci godiamo il presente ma sarebbe grave non occuparsi del futuro (del Napoli e di Benitez)

carpe diem, quam minimum credula postero (cogli il giorno, confidando il meno possibile nel domani) dice Orazio nelle Odi nel primo secolo a.c.

Chi vuol esser lieto, sia: di doman non c’è certezza riprende

Lorenzo de’ Medici nella Canzona di Bacco nel quindicesimo secolo.

I napoletani si godano il presente pensando meno al futuro osserva Mario Sconcerti oggi!

Francamente dissento dall’autorevole e sempre garbato giornalista. Se non ci si occupa del futuro prossimo, cioè di quanto accadrà da qui a sei mesi, si commette un grave errore di valutazione. Certamente quello attuale è un bel momento della squadra. Vincente su tre fronti. Ma noi ci auguriamo che questo non sia un attimo fuggente. Che diventi uno status stabile. E perché ciò accada è necessario che la società programmi in anticipo il futuro.

In questa attività di programmazione, lo si è detto già mille volte, uno snodo fondamentale è quello del tecnico. A mio avviso (ma non solo mio) l’ideale sarebbe convincere Benitez a continuare il suo lavoro per qualche anno ancora. A non lasciare incompiuto il progetto disegnato insieme alla società con tanta lungimiranza. Il merito fondamentale di Benitez non è nella scelta del modulo, nella tattica, nei cambi decisi in panchina domenica per domenica. Quello più o meno sanno farlo in tanti. Il merito fondamentale dello spagnolo ritengo emerga su tre direttrici. La prima. Non ha sbagliato un solo acquisto. Ma Lopez, De Guzman, Strinic…chi li conosceva? E si sono rivelati fior di giocatori. Per non dire di Callejon, Koulibaly o di un riscoperto Gargano. La seconda direttrice è quella del lavoro che compie individualmente sui calciatori. Si pensi soltanto a Insigne che ha trasformato da promessa a calciatore vero (accidenti alla malasorte dell’infortunio!). La terza direttrice è la sua capacità di gestire i rapporti con i media. Sempre disponibile, sorridente, spiritoso, mai piagnone, ha dato un grande contributo a mutare l’immagine pubblica della società. Il tutto calato in una visione dinamica, europea, di una società di calcio. Non a caso Rafa si è battuto molto per disporre di strutture logistiche efficienti. Dove poter concentrare tutta l’attività della prima squadra ma anche delle giovanili. In estrema sintesi più che quelli del classico allenatore Benitez veste alla perfezione i panni del tecnico-manager moderno.

Tutto ciò attiene al presente ma non può prescindere da una programmazione accorta del futuro. Perciò godiamoci l’oggi con lo sguardo attento a domani.
Guido Trombetti

ilnapolista © riproduzione riservata