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Rassegniamoci, il Napoli è questo nel bene e nel male. Benitez non fa i miracoli, ma ci dica del suo futuro

Rassegniamoci, il Napoli è questo nel bene e nel male. Benitez non fa i miracoli, ma ci dica del suo futuro

Signori rassegniamoci. Questo è il Napoli di quest’anno. Oscillante tra sesto/settimo e terzo posto. Inghiottito dal ventre molle dell’alto centro classifica. Vedremo altre bellissime partite. Sul cliché di Napoli-Roma. Ed altre pessime esibizioni. Sul modello di Napoli-Empoli o Napoli-Cagliari.

Oggi che cosa dire? È del tutto evidente che la squadra abbia subito una paurosa involuzione sul piano del gioco e del collettivo. Involuzione, credo, figlia di uno scarso rendimento individuale di alcuni dei giocatori tecnicamente più dotati.

In primis c’è il problema Hamsik. Che ormai da un anno non è più lui. Sbaglia di tutto. Da passaggi a due metri a goal già fatti. È vero, la continuità di rendimento non è mai stata il suo forte. Fedele lo chiamava l’albero di Natale per quel suo accendersi e spegnersi durante la stessa partita. Ma può aver mai smarrito lo shoot secco e inesorabile dei grandi campioni che lo portava in doppia cifra ogni anno nel tabellino dei marcatori? E può aver dimenticato all’improvviso come si dà una palla in corridoio? Credo che nello stato attuale Hamsik sia un lusso che il Napoli non può permettersi. Capisco Benitez che lo fa giocare per recuperarlo. Il suo tasso tecnico potenziale è immenso. Ma fino a quando lo si potrà attendere?

Un altro caso secondo me è Higuain. Molle ed inefficace. Ciondola in mezzo al campo. Non risolve mai una situazione difficile. E sbaglia goal fatti su goal fatti. Un difetto di personalità? Temo di sì. Certamente superiore a Cavani sul piano tecnico, dotato di maggior classe (senza essere un fuoriclasse intendiamoci) sconta rispetto all’uruguagio una netta incapacità ad essere leader.

In questo periodo si è poi appannato anche Callejon. Confinato sulla fascia e orfano dei tagli suggeriti da Insigne.

L’infortunio del ragazzino, ecco un altro problema. È stata una vera maledizione. Insigne è stato il capolavoro di Benitez. Che ne aveva fatto un giocatore vero. Aveva trasformato in un campione completo quello che secondo Arrigo Sacchi è il migliore talento della sua generazione. Lorenzino era diventato un riferimento irrinunciabile per la squadra. E doverci rinunciare è stata una vera iattura.

Oltretutto senza Insigne nessuno salta l’uomo. Anche perché Mertens sempre di più si conferma campionino da ultima mezz’ora (e Zuniga è un eterno infortunato) .

Ancora c’è il problema centrocampo. I due lí in mezzo cambiano ogni domenica. Senza che la squadra acquisti stabilità di gioco nella zona nevralgica. Una volta Inler, un’altra Jorginho, una volta Gargano, un’altra Lopez …ma non fa mai giorno! Mai una ripartenza. Mai un lampo di genio. Insomma un grigiore terribile.

Gli esterni poi sono inefficaci. Mai un taglio. Sempre e solo cross scontati e inefficaci.

Sulla difesa molto si è scritto. E non vale la pena tornarci.

In estrema sintesi, per Benitez c’è molto da lavorare. Anche lui ha le sue responsabilità se la squadra non gira e se il gioco proprio non si vede. Però nessuno si aspetti miracoli. I tecnici, repetita iuvant, incidono al più del 20% sul rendimento di una squadra.

Perciò non lo esalto se si stravince. Non lo crocefiggo se si straperde.

Il valore aggiunto di Benitez è altro e lo sappiamo. Si manifesta nella gestione complessiva della squadra e della parte di societá che a lui viene affidata. Una gestione moderna, europea, non provinciale. Anche per questo rivolgo a Rafa una preghiera. Non replichi l’ultimo anno di Mazzarri. Conducendo il recital del rinnovo sì, rinnovo no. Abbia il coraggio di parlare chiaro come può fare un personaggio della sua caratura.
Guido Trombetti

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