Ci siamo ritrovati come sempre al ristorante Blau cucina e caffè del napoletano Diego. Lo spazio è piccolo e siamo in tanti anche se non come in altre grandi occasioni perché a causa della data natalizia molti “emigranti” sono tornati a Napoli per le festività. Molti di noi sono arrivati equipaggiati, chi con la maglietta chi con la sciarpa o la felpa del Napoli. Massimo, arrivato all’ultimo minuto dopo essere scappato dal lavoro, ha portato con sé la bandiera del Napoli con al centro lo scudo delle Due Sicilie e al lato il ciuccio. Guglielmo indossa una nuova sciarpa con lo stemma del Napoli mentre un altro amico torinese, tifoso napoletano, ha portato quella storica risalente alla coppa Uefa 1989. Diego per l’occasione ha fatto trovare a tutti una birra dal sapore improponibile, ma di buon auspicio: la bottiglia infatti era azzurra. C’erano tutti gli amici tifosi: Sergio, Antonello, Christian, Mimmo, Emiliano, Roberta, Chiara, Manuel e tanti altri mentre fortunatamente i disfattisti ciucciuvuettole che hanno il coraggio di definirsi tifosi fortunatamente non si sono presentati.
Il clima è teso, ma siamo carichi e convinti di potercela fare. Chiedo a Massimo dove ha lasciato il suo figlioletto tifoso Hector. Purtroppo mi risponde che la maestra non ha voluto farlo uscire prima da scuola perché stavano facendo le prove della recita di Natale. E il bimbo di 5 anni ci è rimasto malissimo, voleva essere dei nostri. È un super tifoso. Massimo è sposato con una catalana e Hector fin da subito ha deciso da che parte stare. Lui è napoletano e tifoso del Napoli. Addirittura un giorno all’allenamento del Barcellona, il campione argentino Messi cercò di convincerlo a diventare blaugrana ma Hector con orgoglio gli rispose che lui era un tifoso del Napoli.
La partita inizia ed è un susseguirsi di emozioni. Il gol a freddo a causa dell’errore della retroguardia partenopea non ci ha scoraggiato. Eravamo tutti convinti che ce l’avremmo fatta anche se avevamo l’impressione di giocare contro tutto e tutti: contro la sfortuna e gli errori, i pali di Hamsik e Higuain, le decisioni arbitrali con i cartellini gialli praticamente elargiti solo ai napoletani e il commento fazioso del giornalista Rai. Addirittura qualcuno nel bar ha proposto di togliere l’audio e di continuare a vedere la partita senza commento. Riusciamo a pareggiare. Poi i supplementari e la doccia gelata. Il gran gol di Tevez ci ammutolisce, ma solo per pochi secondi. Continuiamo a cantare “dai ragazzi non mollate” e al pareggio di Higuain saltiamo tutti! Mentre volavano le birre ci siamo abbracciati e abbiamo cantato a squarciagola. Gioia immensa e Massimo, imitando lo speaker del San Paolo, ha gridato il nome di Gonzalo e tutti noi in coro all’unisono Higuain. Sembrava davvero di essere allo stadio. Poi la lotteria dei rigori, gli errori, le parate, e sul dischetto va Gargano il più acclamato della serata per la forza e la grinta. Non finiva mai. E anche quando Chiellini poteva chiudere la partita ci abbiamo creduto. Fino alla fine, fino alla parata di Rafael.
Il Blau è scoppiato (ecco il video). Diego ha fatto partire il nostro vero inno “‘O surdato ‘nnammurato“. Ci siamo abbracciati, abbiamo cantato e abbiamo perso la voce. Hamsik ha alzato la coppa e siamo usciti in strada sulle note di un’altra mitica canzone “I ragazzi della curva B”. Diego improvvisamente ha anche sparato una serie di trick track e petardi che sembrava un anticipo di capodanno. Dopo un brindisi per festeggiare la vittoria e il Natale alcuni di noi si sono diretti sulle Ramblas alla fonte Canalettas lì dove i culè, così si chiamano i tifosi del Barcellona, festeggiano le loro vittorie. Io indossavo la maglia del Napoli e Massimo sventolava la bandiera. La gente ci guardava e non capiva. Arrivati alla fonte abbiamo cantato “partenopei noi siamo partenopei”. Felici.