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Qual è il colmo per un allenatore spagnolo? Subire gol da un falso nove

Milan-Napoli 2-0, il taccuino di Rafa Benitez

Una partita molto complicata per il mio taccuino. I Lopez sono due, adesso come li distinguo?

Non posso cavarmela nemmeno scrivendo l’iniziale del nome. Sempre di una D si tratta. Diego Lopez, David Lopez. 

Lo so, vi state aspettando la battuta su Jennifer Lopez. 

Qual è il colmo per un allenatore spagnolo? Subire gol da un falso nove.

Il nove è falso, il gol è vero.

Ragioniamo. Menez viene messo nelle condizioni di ripartire senza opposizione e Koulibaly ha quel mezzo metro di ritardo che gli impedisce di entrare: avrebbe preso il piede e il rosso.

Succede sempre quest’anno che il gol preso ci toglie fiducia. Per ritrovarla sembra quasi che aspettiamo di prendere il secondo. 

Il Milan ha soprattutto la velocità nel contropiede. Per questo abbiamo cercato di non concedergliene e di restare bassi.

Forse se gli avessimo lasciato subito il 2-0, ci saremmo svegliati prima. 

Bonera a destra viene avanti molto spesso per costringere Mertens a fare più metri all’indietro. Lì soffriamo la capacità che aveva Insigne al sacrificio. 

De Jong davanti alla difesa vuole incrociare i passi di De Guzman per togliergli le linee di passaggio con gli esterni. Un giocatore così a noi manca.

Nel primo tempo sia Higuain sia De Guzman hanno toccato meno palloni di Rafael. Si sono messi lì, come avrebbe detto il milanista Jannacci, per vedere di nascosto l’effetto che fa. 

L’anno scorso in casa del Milan giocammo i primi 8 minuti più belli della storia del Napoli: tre palle gol. 

Abbiamo troppo frettolosamente giudicato Armero non da Napoli. Invece indietro fa delle fesserie coerenti con le nostre. 

Siamo l’unica squadra italiana che batte i calci d’angolo con il pallone dentro la lunetta. 

Mexes aggrappato spesso e volentieri al collo di Higuain. Un paio di volte ha provato a togliergli dei punti neri. 

Quando Inzaghi ha messo Zapata, ho pensato che la partita per il mio taccuino si sarebbe complicata ancora di più. Perché uno Zapata l’ho messo anche io.

Peppiniello, gli Zapata passano a due. Come i Lopez.

L’aspetto positivo della serata è proprio Duvan. Ha lavorato, adesso è una soluzione credibile. Zapata è lo spot vivente del lavoro. 

Fino a ieri sera il Milan era la squadra che aveva preso più gol di testa dopo il Cesena. Li abbiamo raggiunti. 

Quest’anno ci manca la continuità, ci manca pure la pericolosità in attacco: non sappiamo concretizzare quello che costruiamo. 

Abbiamo una rosa troppo ampia. E’ come se avessi 42 giocatori. Perché ognuno dei miei 21 ha due facce. 

E’ il momento più difficile, settimo posto, ma il terzo è a due punti. Che si fa: buttiamo tutto a mare o ci rialziamo?
Il Ciuccio

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