Se conoscessi il tedesco, andrei sui gruppi Facebook del Bayern per leggere cosa pensano i tifosi di Pepe Reina. Non conoscendo la lingua, mi devo affidare all’intuito. Probabilmente non troverei niente in particolare: i tedeschi, anche quelli del sud, me li immagino troppo algidi (e impegnati a vincere) per perdersi in chiacchiere futili. Ma sono sicuro che da qualche parte qualcuno che scrive del portierone spagnolo nei termini di un Donadel bavarese lo si trova.
Pepe ha firmato con il Monaco un triennale a circa 3,5 milioni l’anno, per giocare fin qui cinque minuti e neanche in gara ufficiale. Dopo mesi di tweet in napoletano, nel giorno di una gara importante per il suo Bayern (la sfida con il Dortmund, la grande – anche se oggi acciaccata – rivale degli ultimi anni), il campione del Mondo 2010 vola a Napoli per assistere al derby del Sud e concedersi una domenica nel golfo.
Tanta carineria, tanto amore, tante citazioni di Siani a noi non possono che far piacere. Ci fischiano ancora nelle orecchie i “Nápoles ciudad de mierda” per non sentirci orgogliosi del fatto che uno che ha giocato a Barcellona e Liverpool sia poi finito per diventare tifoso del Ciuccio. Ma, c’è un ma. A parte il donadelismo, si pone una questione di coerenza. Sia chiaro: voglio bene al Pepe nacional. E riconosco il valore dell’economia di mercato: non pretendevo che lui facesse una scelta alla Cristiano Lucarelli ai tempi del Livorno (“Tenetevi il miliardo”), e accetto che il Napoli abbia fatto le proprie valutazioni. Ma l’amore è bello quando è incondizionato, mentre quello di Reina qualche condizione pare averla.
Non ho nessuna intenzione di impedire a Pepe di fare come Canè, di trasferire un giorno a Napoli la residenza. Ma, fino a quando è un giocatore del Bayern, non penso possa continuare così. Insomma, sembra uno di quei ragazzi che, dopo aver lasciato la fidanzata, si tuffa subito in una nuova storia. Salvo poi continuare a interessarsi, e a provare gelosia, per la ex, facendo torto alla vecchia e alla nuova partner.
Reina ha scelto (legittimamente) la panchina in Bundesliga? Se la goda, e con professionalità. Altrimenti la sensazione che sia un gran ruffiano, uno che ci vuole sì bene, ma che al suo affetto ha dato un prezzo, sarà difficile da sgombrare.
Roberto Procaccini