La lite tra la Juventus e la Nike per i trenta scudetti sul campo
Forse la notizia più interessante sui giornali di oggi arriva dalla Gazzetta dello Sport e riguarda la Juventus, l’arbitrato della Nike contro la società torinese. Il matrimonio lunghissimo tra Nike e bianconeri è durato 15 anni, dal 2001 fino al prossimi giugno. La Juve ha sposato l’Adidas. Ma la separazione lascerà strascichi. Scrive la Gazzetta: […]
Forse la notizia più interessante sui giornali di oggi arriva dalla Gazzetta dello Sport e riguarda la Juventus, l’arbitrato della Nike contro la società torinese. Il matrimonio lunghissimo tra Nike e bianconeri è durato 15 anni, dal 2001 fino al prossimi giugno. La Juve ha sposato l’Adidas. Ma la separazione lascerà strascichi. Scrive la Gazzetta: «Gli screzi tra Juve e Nike nascono nel 2012, in occasione del primo scudetto dell’era Conte: il 28° secondo i conteggi ufficiali post-Calciopoli, il 30° per la società che medita di apporre la terza stella sulle maglie. Alla fine non se ne fa nulla non solo per il diniego della Figc ma anche per le perplessità dello sponsor tecnico che storce il naso pure per la decisione della società di inserire la scritta “30 sul campo”». La stessa Gazzetta, invece, minimizza i risultati non certo positivi della trimestrale 2014-2015 della società quotata in Borsa.
Gianluca Abate, sul Corriere del Mezzogiorno, torna sulla lettera di Totti pubblicata il giorno prima dal Corriere del Sport e sottolinea il significato politico del messaggio del capitano romanista a Insigne. Sempre sul Corrmezz, Monica Scozzafava sottolinea che la scelta del sostituto di Insigne nella sessione invernale del mercato non sarà solo tattica o tecnica. «Rivelerà la politica della società e probabilmente gli indirizzi futuri del club. Il mercato di gennaio non aveva mai rivestito tanta importanza». Dagli acquisti capiremo anche il futuro di Benitez a Napoli.
Anche oggi, ovviamente, prosegue il valzer di nomi. I nomi sono i soliti: M’poku, Ayew, Giaccherini, Vela, Perisic. Strappa un sorriso la paginata del Corsera dedicata a Inzaghi col titolo: “Una vita alla Ferguson”. Su Repubblica, Christoph Winterling, 42 anni, tedesco, in un articolo a firma Emanuela Audisio, ex direttore marketing e commerciale della Roma, con un passato in Adidas, Infront, Diadora, spiega perché Balotelli, pur senza giocare né segnare, vale per gli sponsor più di Pirlo e Buffon. «Se il pallone in Italia non ha ancora troppo sfondato sul mercato pubblicitario è perché in alcuni tratti è rimasto provinciale. Il Bayern obbliga i suoi giocatori a imparare l’inglese, organizza corsi, affinché nessuno sia troppo sprovveduto. Tra gli azzurri, salvo rare eccezioni, in pochi se la saprebbero cavare. All’estero la gestione social dei calciatori viene giudicata importante e curata professionalmente».