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No, la Nazionale dopo solo una giornata di campionato no

No, la Nazionale dopo solo una giornata di campionato no

Ci sono momenti in cui la Nazionale mi turba. E sono quelli nei quali è la causa dell’interruzione del campionato. Non ti dico poi se ciò accade per un’amichevole sciacquettella. E addirittura a una sola giornata dall’inizio del torneo. Spegnendo un fuoco sacro appena riacceso. Così la mia domenica, il mio fine settimana è incolore e insapore. Non posso proprio tollerarlo.

La Nazionale crea scompenso nel mio bioritmo. La vita del pianeta calcio è emozione. E si compone, grosso modo, di tre fasi. Tutte e tre cancellate da novanta minuti di un’inutile partita. Inutile, ovviamente, sul piano emotivo. Inutile perché non provoca sussulti. (Ad abundantiam non c’è nemmeno Insigne in campo a scaldare il cuore!!!)

Tre fasi dicevamo.

La prima è l’attesa. Già, l’attesa della partita è la prima fase. Inutile scomodare Leopardi per richiamare il dolce fascino dell’attesa. Della vigilia. L’attesa è ciò che ti da emozione. Almeno tre giorni di chiacchiere. Pronostici. Tattiche. Formazioni. Man mano che il fischio di inizio si avvicina, l’attesa genera un crescendo di eccitazione. La partita la vedi e rivedi mille volte. Immagini Insigne che mette la palla con i giri contati per Higuain. Hamsik che incede come i grandi campioni con la testa alta. Il Napoli che va in vantaggio di due goal. La Juve che le prende. La Roma che arranca. Gli azzurri soli in testa al campionato… Insomma l’attesa si mescola alla fantasia. Vive di sogni. E una esangue amichevole la cancella.

La seconda fase dura novanta minuti. La partita vera e propria. Anche essa fasciata di attese. L’attesa del goal. L’attesa del pareggio. L’attesa del fischio finale… Un sussulto continuo. Mai tranquillo. Sempre agitato. Anche se sei sopra di tre goal. Basta che ne prendi uno e si riapre il match… Poi il sospiro di sollievo finale. La caduta di tensione… se il Napoli ha vinto. La delusione, l’amaro in bocca in caso contrario. Moccoli su moccoli. Imprecazioni silenti o urlate…

E invece in questo fine settimana l’atarassia, per dirla con Democrito. “La perfetta pace dell’anima che nasce dalla liberazione delle passioni”. Liberazione sia chiaro non scelta ma imposta. Imposta da novanta minuti di un’esangue amichevole.

La terza fase è quella dei commenti. Fatti in proprio. Ascoltati nei talk show. Letti sui giornali. O nei siti specializzati. Talvolta scritti. Magari per Il Napolista. È questa la fase di scarico della tensione. Il primo giorno si scarica l’ira. O si coltivano sogni di grandezza. Il secondo è quello del disincanto. Via la rabbia. O si mettono i sogni nel cassetto per ragionare. Il terzo giorno risuscita… l’attesa per la prossima partita.

E così scorre ciclicamente la vita del tifoso.

Che soffre ad andare in apnea per novanta inutili minuti di un inutile partita.
Guido Trombetti

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