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E se al Napoli, semplicemente, girasse male?

E se al Napoli, semplicemente, girasse male?

Ho più volte scritto che in nessuno sport come nel calcio il caso la fa da padrone. Un soffio di vento. Una spintarella. Un falso rimbalzo. Una svista arbitrale. E cambia il corso di una partita. Fate i conti con lo svolgimento di una partita di tennis o un incontro di pallacanestro. Decine, se non centinaia, di “goal” e il corso di un match non muta per aver colpito due nastri o due volte il ferro del canestro. Mi domando: “e se fosse questo il problema del Napoli?” La sommatoria del contraccolpo della eliminazione dalla Champions con una piccola serie di episodi negativi. Non pretendo sia “la” spiegazione delle difficoltà della squadra. Ma una delle possibili spiegazioni. Magari semplicistica. Ma chi lo ha detto che la verità è sempre quella più complessa? Proviamo a fare un giochino. Quanti punti avrebbe il Napoli se una certa striscia di episodi si fossero evoluti diversamente? Penso al rigore su Zapata (con conseguente espulsione del difensore). Penso al rigore sbagliato da Higuain. Penso al palo di Gargano. A far di conto, questi accidenti sono costati al Napoli un minimo di quattro punti. Con i quali saremmo dove ci compete per potenziale di giocatori disponibile. Cioè subito dopo Juve e Roma. Perché questo Napoli sulla carta era l’anno scorso e resta quest’anno la terza forza.

Lo so. Con i se e con i ma non si fa la storia. Ma qui parliamo di calcio. Non scomodiamo la storia.

Voglio soltanto dire che le serie negative possono avere

tante radici. Anche semplicemente il caso. E non necessariamente congiure di palazzo, guerre di spogliatoio e tante altre amenità che appassionano e divertono l’esercito del calcio chiacchierato.
Guido Trombetti

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