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L’equilibrio di Benitez e quelli di Nash e De Laurentiis

L’equilibrio di Benitez e quelli di Nash e De Laurentiis

Una parola, nuova per il mondo del calcio, si va affermando. Equilibrio. Benitez ne è un utente assiduo “per migliorare il rendimento della squadra occorre più echilibrio, dobbiamo cercare di trovare echilibrio….”.

Hamsik gli fa il controcanto: “ha ragione il mister, c’è un problema di equilibrio”. Giornalisti e opinion leader danno il loro assenso. Equilibrio? Questa parola evoca in me il sapore del Carneade manzoniano. Equilibrio? Chi è costui? Francamente non è che ci abbia capito molto. Ma di quale equilibrio si tratta? Equilibrio… sfoglio il dizionario, interrogo la rete.

Escludo che ci si riferisca all’equilibrio mentale. Quello che se ti manca… allora sei uno squilibrato. Non mi sembra di aver osservato mai comportamenti schizoidi tra i giocatori azzurri.

Si può trattare di equilibrio statico? Quello che può essere stabile, instabile o indifferente. Lo escludo. Il calcio è dinamismo. Nulla a che vedere con la statica.

Qualcuno suggerisce: “Benitez è attento ai bilanci, sa di economia. Pertanto si riferisce all’equilibrio di Nash”. Non ci credo francamente. L’equilibrio di Nash può non essere ottimale. E Benitez ama cercare soluzioni ottimali.

Si pensi al dilemma di due prigionieri: “due persone sospettate di aver commesso un reato vengono interrogate separatamente (l’uno non sa che cosa dirà l’altro). Entrambi hanno la possibilitàdi confessare o di non confessare. Nel caso solo uno dei due confessi, chi ha parlato evita la pena ma l’altro verràcondannato a 7 anni di carcere; se entrambi confessano, vengono entrambi condannati a 6 anni; se nessuno dei due confessa, entrambi vengono condannati a scontare 1 anno. L’equilibrio di Nash è rappresentato dal fatto che entrambi i prigionieri inevitabilmente confesseranno quando invece se entrambi non avessero detto nulla avrebbero ottenuto la condizione ottimale, un solo anno di carcere”. 

Oppure si pensi agli spettatori di uno stadio. Si alza in piedi uno per vedere meglio. Poco alla volta si alzano in piedi tutti. Raggiungendo una posizione di equilibrio. Se fossero rimasti tutti seduti, l’equilibrio sarebbe stato ottimale.

Ma forse l’equilibrio è quello dell’acrobata sul filo o quello che si manca hai le vertigini.

Insomma di echilibrio c’è ne è per tutti i gusti, ma nessuno sa a quale si riferisce esattamente Benitez.

Forse all’equilibrio tra i reparti che devono mantenere durante la partita le giuste distanze? O forse alla necessità che difesa, centrocampo ed attacco siano di pari consistenza in modo da avere una squadra equilibrata? Boh!

Forse ce lo svelerà, quando conclusa, la campagna acquisti. Che, statene certi, sarà dal punto di vista della spesa una campagna… equilibrata.
Guido Trombetti

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