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L’Italia è piuttosta scarsa, ma Prandelli non ha coraggio

Chiariamo un punto. Prandelli non ha lasciato fuoriclasse in Italia. Né ha lasciato fuoriclasse in panchina. Da questo punto di vista è assolto con formula piena. Invero questa Italia, diciamolo pure apertis verbis, è abbastanza scarsa. In difesa innanzitutto. E poi in mezzo al campo e in attacco. Le colpe del tecnico sono altre e si sintetizzano, secondo me, facilmente: non ha avuto coraggio. E si è impiccato al suo gruppetto. Entriamo un poco nei dettagli. La difesa in generale è il reparto su cui si costruiscono le squadre vincenti. Abate e Chiellini sono un pianto e così più o meno gli altri. È poi incomprensibile perché non sia stato rispedito a casa De Sciglio, vittima di un incidente muscolare. E quindi essendo ben chiaro che nella migliore delle ipotesi occorrevano tre/quattro partite per recuperarlo. Un azzardo fanciullesco. A mio avviso anche Buffon mostra crepe. Un paio di volte (e anche sul goal) a caccia di farfalle. Crepuscolo di un dio? Forse. In mezzo al campo Motta inguardabile. Capisco che occorreva un argine ai mezzofondisti del Costarica. Ma est modus in rebus. L’italo-brasiliano proprio non c’è. E lo si sapeva benissimo. Purtroppo l’infortunio di Montolivo pesa nell’organizzazione di gioco di Prandelli e molto. Ma proprio molto. E stiamo parlando di Montolivo. Non di Franz Beckenbauer. O di Falcao. In mezzo al campo l’Italia schiera il suo unico, immenso fuoriclasse. Andrea Pirlo. Che ha comunque trentacinque (dico 35!!) anni. Il tecnico avversario lo ha ingabbiato. Costringendolo a macinare chilometri a vuoto. E alla fine non si reggeva in piedi. Lo sa Prandelli che nessuno è eterno? E che con quelle condizioni climatiche occorre una grande freschezza atletica? Freschezza che certamente Pirlo alla sua età non può avere. Sarebbe stato un crimine far giocare Verratti? Candreva e Marchisio li avete visti. Poi c’è Balotelli. Confesso. Non mi è mai piaciuto. Non ci ho mai creduto. Troppi limiti. Tecnici. Psicologici. Caratteriali. Una partita sì. Dieci no. Perché Prandelli non vede proprio Immobile? Che pure ha fatto oltre 20 goal in campionato! Ha messo dentro un senatore come Cassano che non brillava per atletismo nemmeno a venti anni. Una delusione. E il ragazzino Lorenzo Insigne. Un’altra grande delusione. Sempre a caccia del goal del millennio. Lui che con il goal è in pessimi rapporti. Ha perso una grande occasione. Forse la sua grande occasione. Però ha dato innegabilmente la sensazione di una trasfusione di brio. Di brillantezza fisica. Insomma rimprovero a Prandelli una certa mancanza di coraggio e di fantasia. Nei giorni scorsi non mi sono unito agli osanna post Inghilterra. E ho taciuto, lo confesso, temendo di passare per un bastian contrario. Un guastafeste. Ma io non ho visto una grande Italia. Bensì un grandissimo catenaccio. Dieci a difendere e Balotelli fa tu! D’altro canto, lo ripeto, grandi campioni in Italia non ve ne sono. Solo vecchie glorie: Pirlo, Cassano. Chisto é ò lignamme e chiste song ‘e strummule ( mi scuso con Bracale per il mio pessimo napoletano scritto). Però al tecnico dico: perché restare con il rimpianto… ah se avessi osato… magari schierando Insigne e Immobile…e Verratti al posto di Pirlo… per dare al grande Andrea il tempo di respirare. Sono blasfemo? Forse. Guido Trombetti

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