Troppe feste in settimana, a Cagliari non scherzano

Caro Rafa, tu lo sai, in questi mesi sul Napolista non hai letto un rigo scettico sulla preparazione atletica, sui tuoi metodi “olandesi” improntati alla responsabilizzazione dei calciatori, a una visione della vita professionale basata non sul metodo “bastone e carota” ma imperniato sulla maturità psicofisica dell’atleta. Quindi mai e poi mai ci saremmo sognati […]

Caro Rafa, tu lo sai, in questi mesi sul Napolista non hai letto un rigo scettico sulla preparazione atletica, sui tuoi metodi “olandesi” improntati alla responsabilizzazione dei calciatori, a una visione della vita professionale basata non sul metodo “bastone e carota” ma imperniato sulla maturità psicofisica dell’atleta. Quindi mai e poi mai ci saremmo sognati – come invece tanti hanno fatto – di criticare i giorni liberi concessi alla squadra e l’abolizione dei ritiri.

Hai portato in città una concezione non punitiva del calcio. L’ennesimo tassello di una rivoluzione che da mesi ci ostiniamo a definire più culturale che calcistica. Napoli, storicamente, riconosce solo il capo, ’o mast, chi comanda. Concetti quali responsabilizzazione, collegialità, sono antropologicamente estranei a Napoli. O forse lo sono diventati. Ma tu sei un ostinato. E tiri dritto. Perché sei un grande. Perché l’ambiente circostante non riesce a influenzarti.

Ieri ci hai regalato un’altra giornata intensa. Il riconoscimento del consiglio comunale e poi la visita al museo d’arte contemporanea. Continui a essere il miglior testimonial che Napoli abbia mai avuto. Napoli ti piace e hai fiducia nei napoletani. Questo – comprendili – crea sconcerto in loro. Come quando allo stadio di Dortmund ammutolirono quando lo speaker li salutò in un perfetto italiano. Non erano abituati a essere stati salutati in uno stadio.

Però, caro Rafa, dobbiamo ammettere – persino noi del Napolista – che un po’ di tremarella ci è presa. Perché questa settimana avete un po’ esagerato: e la prima del film del presidente (che il Corriere della Sera ha polverizzato più che stroncato), e il pranzo per gli auguri natalizi, e la visita in un non ricordo più quale megastore. Insomma, la pausa natalizia non è ancora arrivata. Noi domani sera giochiamo a Cagliari, terra ostile. Non ci amano a Cagliari e noi ricambiamo. Troveremo un clima infuocato.

Capiamo che dopo aver battuto l’Inter – e sì, purtroppo Napoli è così – ti hanno fatto sentire un re. Ma tu lo sai che l’Inter è poca roba. Domani sera se abbiamo le gambe molli quelli ci fanno neri. Aspettano un anno intero questa partita. Qualcuno, immaginiamo, te lo avrà raccontato. Per cortesia, Rafa, non sottovalutiamo il Cagliari. Non ci intossichiamo Natale.
Massimiliano Gallo

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