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Il Napoli mi ricorda le illusioni perdute di Balzac

Molto si discute partendo da affermazioni di autorevoli commentatori televisivi. Animatori di salotti su reti nazionali. Tali affermazioni sono in particolare valutazioni sui risultati raggiunti dal Napoli attuale.
Dunque tuffiamoci subito in medias res. Partiamo da una domanda cruda. Il Napoli ha fallito? La risposta é difficile da fornire. Ma ci proviamo comunque. Io, in un certo senso, concordo con Massimo Mauro. “Se il campionato finisse adesso, il Napoli sarebbe la vera delusione del campionato”. Non il Milan o l’Inter. Il Napoli.”
Difficile dar torto a Mauro. Il Napoli è uscito troppo presto di scena. In Champions e in campionato. Questo é il vero problema, troppo presto! Da ora a luglio bisognerà inventare nuovi obiettivi per dare un senso alla passione dei tifosi. E poco importa se in Champions il destino cinico e baro ha voluto che il Napoli fosse eliminato pur avendo totalizzato 12 punti. Mentre altre squadre sono state promosse con 5 o 6. Sfortuna? Beh, intanto essere fortunati è una virtù. E poi bastava prendere qualche golletto in meno. (Né possiamo omettere che il Marsiglia ha terminato il girone a zero punti).
Ma torniamo al campionato.
Siamo chiari ed onesti. Nessuno poteva accreditare il Napoli come favorito. Si era però generata una grande illusione. Che il Napoli restasse a lungo nei paraggi della Juve. Per essere in grado di approfittare di una sua sia pur improbabile défaillance. E invece gli azzurri hanno visto formarsi una voragine tra loro e la vecchia signora. Registrando ben tre sconfitte in meno di un terzo del campionato. É da questo punto di vista che Mauro parla di delusione. Se poi analizziamo i dati con cura ci rendiamo conto che la delusione consegue dalle illusioni perdute. Quelle per cui il Napoli potesse lasciare l’anonimato delle posizioni di rincalzo per disturbare la Juve.
La vicenda del Napoli di quest’anno richiama vagamente il senso del grande romanzo di Balzac, Le illusioni perdute. Il protagonista Lucien è un giovane ingenuo letterato spinto dall’ambizione di lasciare la provincia per accedere all’alta società parigina. Senza avere gli strumenti ( culturali, psicologici…) necessari.
In realtà la favola del Napoli da scudetto è nata sull’onda della personalità di Benitez. Più che come effetto della campagna acquisti (in fondo, ad esempio, che Higuain fosse un fuoriclasse chi lo sapeva a parte pochi addetti ai lavori? E Callejon o Albiol chi li conosceva?). Ed è stata alimentata dal gioco spumeggiante messo in mostra dagli azzurri nelle prime cinque o sei partite. Per cui tutti ci eravamo illusi di poter lasciare l’anonima provincia per gli splendori di Parigi. Purtroppo avevamo dimenticato che i tre uomini di centrocampo erano gli stessi dell’anno passato. Che Fernandez, Britos e Cannavaro già c’erano. Che Insigne non fa un goal nemmeno se lo prendi a fucilate. Che Hamsik si accende e si spegne…
Adesso che le illusioni sono perdute ci tocca come Lucien rientrare nei ranghi. Senza per questo alzare bandiera bianca. Diamo tempo al tempo. E lasciamo lavorare la società ed il tecnico. Magari l’anno prossimo ritroveremo le illusioni perdute. D’altro canto abbiamo altra strada oltre l’illusione che il tempo lavori per noi?
Guido Trombetti

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