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Vademecum semiserio in vista di Juventus-Napoli

Ecco un paio di cose (semiserie) che voglio dire sulla Juve. E il risultato della partita non c’entra.

1) A casa mia valgono solo due regole: non si alza la voce e non si dicono parolacce. I miei figli però sanno che anche queste, come tutte le altre regole, hanno un’eccezione: si può gridare quando segna il Napoli, si possono dire parolacce quando segna la Juve.

2) È senz’altro vero che la Juventus è la squadra con la tifoseria più antica del mondo. Ai tempi di Alì Babà aveva già quaranta sostenitori.

3) I figli devono scegliere da soli per quale squadra fare il tifo. Ma devono sapere che gli juventini rubano i sogni dei bambini quando vincono in quel modo, schierando dodici uomini in campo, a volte anche sedici. E non mi riferisco al pubblico.

4) Noi abbiamo visto Maradona. Loro Bergamo, Pairetto, Mazzoleni e pure Rizzoli.

5) Solo in un Paese senza cultura della legalità si può consentire a una società di mettere sistematicamente in discussione, con lo slogan degli “scudetti vinti sul campo”, non una ma più sentenze della magistratura.

6) A proposito di sentenze, quelle di Calciopoli non sono ancora definitive. Ma sono lì e troppi li dimenticano, compresi i due simpatici fratelli Della Valle.

7) Non mi interessa quanti scudetti hanno vinto, vorrei fare un conticino su quanti ne hanno meritati.

8) L’unica vera maglia della Juve è la divisa nera dell’anno scorso: una perfetta giacchetta arbitrale, tanto per capirsi.

9) E comunque, un paio di settimane fa, ho visto un amico juventino pallido in volto che tremava come una foglia. Era appena scattata l’ora legale.
Saluti napolisti da un rione infestato di juventini.
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