Qui non si tratta solo di essere rafaeliti, e il Napolista rionale lo è dalla prima ora con convinzione. Si tratta di capire cosa stia succedendo, ancora, in questa città che vive di calcio ma non riesce a difendere la squadra che dice di amare dal vortice delle emozioni e dei veleni. Sì, i veleni. Perché quando la radio ufficiale del club, per giunta alla vigilia di una partita importante, lancia la notizia del ritorno in società come «responsabile dell’area tecnica» di un ex allenatore amato e stimato come Eddy Reja, c’è poco da fare: se la notizia è vera, e la smentita del presidente fa parte delle bugie del pallone (Rafa docet) allora vuol dire che De Laurentiis ha deciso di smontare il giocattolo prima di averlo costruito, “commissariando” uno dei professionisti più vincenti d’Europa con un bravissimo trainer che però ha vinto solo in B e C; se la notizia è falsa, il discorso si fa ancora più complesso.
Non conosco giornalisti che sparano bufale senza averle apprese da una fonte che reputavano attendibile, dunque qualcuno sta cercando di indebolire il progetto lanciando nel circuito messaggi destabilizzanti. Se un po’ ho capito come la pensa Benitez, queste punture di spillo lo lasciano insensibile. L’ho già scritto, questo allenatore è di un’altra pasta, non me ne vogliano i soloni dei salotti televisivi che hanno ripreso a suggerirgli schemi, sostituzioni, preparazione atletica e persino la dieta.
Però il clima che si sta creando attorno al Napoli non mi piace. Basta poco per insinuare in qualche calciatore dubbi sulla stabilità della panchina. E vedo in giro troppi maestrini che hanno goduto per queste tre sconfitte. Certi segnali, uniti alle bugie e mezze verità di cui scriveva il Ciuccio, vanno colti al volo dalla società. Sarà che ho ancora la notte di Dortmund negli occhi, ma vorrei pensare che anche nel Napoli il tecnico resta al suo posto «pure se si perdono dieci partite di fila», come ha detto Klopp. Il modello Borussia è anche questo, lo sanno anche i soloni.
il napolista rionale