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La lega Nord (ovviamente) propone un premio per gli ultrà milanesi. I politici napoletani brillano per il loro silenzio

Che la questione fosse politica noi qui sul Napolista non abbiamo avuto il benché minimo dubbio sin dal primo momento. Evidentemente siamo inguaribili ottimisti, perché non ci saremmo aspettati di rimanere soli a Napoli in questa battaglia culturale, in questa battaglia che aveva come obiettivo (minimo) impedire di chiamarci colerosi negli stadi. Troppo, evidentemente. Abbiamo già scritto il nostro pensiero sui media cittadini. Non abbiamo scritto, invece, sui nostri politici. Nessuno ha detto a, nessuno ha fiatato (l’unico a parlare, a dire il vero, pur senza farne una battaglia, è stato il sindaco de Magistris). Eppure ce ne sono di politici che frequentano il San Paolo e che amano visceralmente la nostra maglia. Gli altri, ovviamente, i non tifosi, non è che siano giustificati.

Il Nord, invece, ha combattuto in maniera compatta la sua battaglia. Del resto ci sarà un motivo se loro hanno avuto una forza di governo fondata sul razzismo e sulla “discriminazione territoriale” e noi abbiamo subito in silenzio.

Oggi la Gazzetta dello Sport, rilanciata dal sito tuttonapoli.net, riporta le dichiarazioni del capogruppo leghista al Comune di Milano Alessandro Morelli: “Noi non siamo a favore dei cinque pirla che ur­lano cori discriminatori o mettono striscioni incivili o razzisti (che è l’incipit tipico, ndr), ma gli sfottò negli stadi fanno parte della cultura italiana, i campanilismi nel nostro Paese sono sempre esistiti. Al contra­rio noi siamo con gli altri 79.995 spettatori di San Siro che si ve­ dono impossibilitati ad andare allo stadio nonostante l’abbonamento; perciò chiediamo di dare l’Ambrogino a chi sta combat­tendo questa battaglia”. E quindi, giustamente, chiedono un premio, e che premio (l’Ambrogino è un’istituzione a Milano) per quei razzisti che hanno difeso il diritto di chiamarci colerosi.

Il nostro sentito ringraziamento va a quei politici napoletani – ben coadiuvati dai giornalisti napoletani – che si sono messi particolarmente in luce per aver girato le spalle durante questa battaglia. Proprio come ha fatto il nostro caro presidente Aurelio De Laurentiis.
Massimiliano Gallo

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