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Il problema non è la difesa, sono gli errori dei difensori

La partita di Torino, un 3-5 con rimonte e controrimonte che sicuramente ricorderemo per un bel pezzo, ha lasciato il cuore a mille per un paio di giorni: d’altro canto, oltre le emozioni sono sorti una serie di interrogativi. E il principale riguarda la difesa.
Buttando un occhio alla classifica, la situazione non sembra poi così tragica, anzi: quella del Napoli è la seconda miglior difesa del campionato dopo quella della capolista (29 i goal subiti dagli azzurri, 10 in più della Juventus). E confrontando il cammino del reparto arretrato fra andata e ritorno si nota che a questo punto, all’undicesima giornata, s’erano presi solo tre goal in meno. Nemmeno troppi. E allora, il problema dov’è?
I problemi si notano andando a vedere i goal subiti nelle ultime undici giornate: le uscite a vuoto di De Sanctis (quella clamorosa di Firenze, quella incerta su Denis), le pause di Britos (su Meggiorini sabato scorso e su Chiellini il primo marzo), gli svarioni di Cannavaro (per il capitano, due autogoal contro Parma e Atalanta, nonché una buona fetta di responsabilità sul goal di Floccari) e le dormite generali (il fuorigioco mal orchestrato su Thereau, oppure il goal di Barreto). Nessuno di questi è nato da mancanze tattiche: sono tutti errori grossolani, tutte Aronicate. Stupidaggini che raramente si vedono dalle dirette concorrenti.
Se ci fosse stata un po’ d’attenzione in più, il Napoli avrebbe quantomeno quattro-cinque punti in più. E quei quattro-cinque punti in più, a questo punto, farebbero proprio comodo.
Mancano otto partite, il campionato deve ancora essere scritto: basta leggerezze: rimanete concentrati.
Antonio Cristiano

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