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I resoconti sul Napoli ci riportano al socialismo reale

Flashback. Ritorni al passato. Ricordi che riaffiorano. Chessò Paolo Frajese al Tg1 che annuncia l’ultima notizia diramata dall’agenzia Tass: “Quattro giorni fa si è spento il presidente Leonida Breznev”. Pillole di socialismo reale. Cento per cento di occupazione; zero suicidi; armonia familiare; produttività di pari passo con l’entusiastica adesione dei lavoratori al progetto.
Leggere sui siti gli articoli, talvolta originali talvolta ripresi da qualche quotidiano, sulla visita del presidente a Castel Volturno è un po’ come rivedere Goodbye Lenin! Evitiamo il copia e incolla per non infierire, ma i termini sembrano presi a prestito dalla Pravda. E così scopriamo che allenatore e presidente si sono amabilmente confrontati per settanta minuti, che sì il presidente ha chiesto lumi sul futuro del signore di San Vincenzo ma col solito garbo che contraddistingue il patron di Filmauro, sempre rispettoso degli altrui stati d’animo.
Certo, persino dai bollettino dell’agenzia Tass emerge un po’ di preoccupazione per le non proprio entusiasmanti ultime prestazioni del Napoli. Performance che avrebbero un tantinello allarmato il buon Aurelio. Vuoi vedere che perdiamo la Champions e quindi i relativi soldini? E, si sa, toccategli tutto al presidente ma non colpitelo nei suoi affetti più cari.
Addirittura, NOTIZIONE, il presidente avrebbe messo mano alla sacca e promesso un premio Champions. Una svolta storica, clamorosa, per uno come lui che ha sempre osteggiato il concetto di premio. Non per taccagneria – è da vili il solo ipotizzarlo – ma perché è già nei lauti contratti che i calciatori firmano l’impegno a dare il massimo per la società. Chissà come mai, invece, questa volta, dopo aver visto una squadra allo sbando per un mese e mezzo, De Laurentiis abbia deciso di contraddire la sua filosofia. Basta aspettare il prossimo congresso del Pcus.

Massimiliano Gallo

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