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Rassegna dei giornali / Che cosa si è rotto tra il Napoli e gli ultrà?

Al centro della cronaca napoletana di oggi la rapina a Marek Hamsik e la sua “genesi”.

Il Mattino titola: “Hamsik, ricatti e sospetti: «Pressioni sugli azzurri»”. “C’è il rischio – scrive il quotidiano di via Chiatamone – che si sia rotto un equilibrio tra la società e una parte degli hooligan, che qualcuno punti a intimidire la squadra proprio nel momento più delicato della stagione, quando l’aggancio alla Juventus sembrava cosa fatta”. E mentre il questore Merolla ne fa una questione statistica su quanto siano diminuiti gli scippi in città, “nello stesso fascicolo rischiano di finire tracce e particolari fino a questo momento ritenuti scollegati gli uni dagli altri: il silenzio delle curve durante la partita di domenica pomeriggio, ma anche gli immancabili episodi di violenza consumati giovedì scorso in occasione del match Uefa. Violenza per intimidire, per ricattare, in uno scenario dove da tempo la società ha deciso di tagliare i ponti con il tifo violento, senza concedere sponde o attenuanti agli hooligan del San Paolo”.

Il Corriere del Mezzogiorno: “Hamsik, più di una rapina – La Procura sospetta l’intimidazione alla squadra”. E continua in prima pagina: “Gli inquirenti non credono che quella ad Hamsik sia una rapina “normale”: la Digos affiancherà la squadra mobile nelle indagini, cercando negli ambienti del tifo organizzato le motivazioni dell’aggressione: potrebbe trattarsi di un segnale alla società e alla squadra. Ieri vertice in procura…”

La Repubblica – Napoli: “La rapina è un giallo, per i pm è una intimidazione”. Scrivono Irene De Arcangelis e Dario Del Porto: “Nessun dubbio nel 2008, fu una rapina. Stavolta però troppi dubbi accompagnano il colpo subito dal calciatore del Napoli. E fanno ipotizzare che non ci sia solo la criminalità di strada (…) Ci si pongono interrogativi sui rapporti con le curve. Non si esclude una intimidazione. E si rispolverano i fascicoli dei casi passati che hanno coinvolto giocatori del Napoli o loro familiari”.

Un tema che viene ripreso anche nell’intervista a Claudio Botti, penalista e “Napolista” che nell’intervista sostiene la “normalità del male” che avviene tutti i giorni a Napoli e che solo quando colpisce il personaggio noto approda sulle pagine dei giornali. Alla domanda “Ma da tifoso le sembra verosimile una regia della criminalità”, Botti risponde, da esperto di cose penali più che da tifoso: “Mai emersa, neanche in passato quando fu rapinata la moglie di Hamsik.”

Claudio Botti sottolinea anche il silenzio del Napoli attorno a tutta la vicenda. Cosa che fa anche Antonio Corbo, ancora su Repubblica. Il silenzio della Società e la non-casualità, al contrario l’esistenza di un collegamento fra tutti questi “episodi”.

Sono i due dati su cui ci siamo permessi di insistere ieri, a poche ore dai fatti, denunciando una sorta di ricerca dell’equilibrio impossibile fondato sul non collegamento dei fatti. Cosa che facciamo ancora, lasciando ai nostri lettori (a quelli che leggono anche i pezzi oltre i titoli) una domanda che riguarda la percezione e la narrazione che i media fanno dei fatti napoletani: “Ma criminalità è soltanto il grande clan che funziona come un’industria? E se si trattasse – come pare si ipotizzi oggi – di una banda che “dialoga” con la società con il suo linguaggio di violenza e intimidazione, quella non è anche criminalità organizzata? Questo ci siamo permessi di dire ieri, questo ripetiamo oggi, con la magra soddisfazione di averci preso.
Vittorio Zambardino

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