Maradona non è un evasore fiscale ma per la nostra legge è colpevole
Maradona è innocente, nel senso che non è un evasore fiscale. Meglio chiarirlo subito. Però bisogna anche dire che la verità processuale è cosa ben diversa dalla verità assoluta (ammesso che esista una verità assoluta). Sintesi della vicenda: Maradona non ha mai materialmente ricevuto il documento che nel 1991 l’ufficio imposte (oggi agenzia delle entrate) […]
Maradona è innocente, nel senso che non è un evasore fiscale. Meglio chiarirlo subito. Però bisogna anche dire che la verità processuale è cosa ben diversa dalla verità assoluta (ammesso che esista una verità assoluta). Sintesi della vicenda: Maradona non ha mai materialmente ricevuto il documento che nel 1991 l’ufficio imposte (oggi agenzia delle entrate) gli aveva inviato. Quello stesso documento, nel 1991, lo ricevettero invece il Calcio Napoli di Ferlaino, Careca e Alemao. Si discuteva di compensi corrisposti a società estere per diritti d’immagine. Il Calcio Napoli, Careca e Alemao si difesero, vinsero il ricorso e in appello furono considerati innocenti. Era il 1994. L’ufficio imposte, naturalmente, non fu d’accordo e impugnò quella decisione. Dopo 19 anni si è discusso in commissione tributaria centrale (che oggi è stata soppressa, sopravvive per le “vecchie cause”). Siamo nel 2012. Gli avvocati esibiscono una richiesta di condono di molti anni prima, la lite viene dichiarata estinta.
E Maradona? Diego nel 2001 si vede consegnare una “carta” all’aeroporto Leonardo da Vinci. Non capisce. Propone ricorso dicendo: “Ma come, io non sapevo niente. E poi, vedete bene, Careca e Alemao sono stati assolti per la stessa vicenda”. Niente da fare, El Pibe perde in primo e secondo grado, la Corte di Cassazione nel 2005 conferma: è un evasore fiscale, il fatto che nel 1991 sia stato considerato “sloggiato e sconosciuto” non rileva. Non ha materialmente ricevuto quell’atto ma la notifica è valida, non può più protestare e ricorrere. Deve pagare. Nel 2012 altri difensori, altri avvocati ci riprovano ma la commissione tributaria provinciale di Napoli si ripete: Maradona deve pagare. Passano i mesi e la moribonda commissione tributaria centrale esamina quel vecchissimo ricorso contro la decisione del 1994 riguardante il Calcio Napoli di Ferlaino, Careca e Alemao. Gli avvocati del Calcio Napoli esibiscono un condono: tutto chiuso, finiamola qui. Il collegio difensivo attuale del Pibe cerca di infilarsi nel condono, la richiesta viene respinta dai giudici. Il condono non si “applica” a Maradona. Seconda udienza in commissione tributaria centrale, viene fuori la sentenza che dichiara chiusa la lite per il Calcio Napoli di Ferlaino, Careca e Alemao. I legali di Maradona leggono e dichiarano che anche Maradona è fuori dall’evasione. Replica dell’Agenzia delle entrate: Diego resta evasore e ci riserviamo di querelare chiunque per reiterata diffusione di notizie false. Controreplica dell’avvocato: pensate che non so leggere le sentenze? Conclusioni: la verità processuale è che Maradona deve pagare. La sentenza non lo assolve. Gli avvocati proveranno a dire e a fare ma questa è la sintesi.
La verità sostanziale è che Maradona all’epoca non evase le imposte, fu (ed è ) vittima di un paradosso fiscale e processuale. Ma di verità sostanziale ce ne sta un’altra: qualcuno strumentalizza la vicenda, per fini elettorali e/o professionali. Se gli attuali avvocati di Maradona hanno ragione, si dimostrerà l’accanimento contro il Pibe de oro. Ma se l’agenzia delle entrate ha ragione, gli avvocati sono millantatori. E dovranno essere puniti. Dalla giustizia ordinaria ma anche dall’ordine professionale di appartenenza. Ultima domanda: a Diego, chi lo dice che era, è e resta evasore fiscale?