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Gli assi non giravano, lo scudetto lasciamolo alla Juve

Lo scudetto lasciamolo alla Juve. Nella giornata in cui i bianconeri vengono fulminati a Roma da Totti, un meteorite nella porta di Buffon, il Napoli impatta con la Sampdoria al San Paolo (0-0) e rosicchia appena un punto alla capolista. Altro risultato deludente a Fuorigrotta. Sono 9 i punti persi in casa. Quarta partita di campionato senza segnare. Cavani vaga come l’ombra di se stesso e Hamsik incespica in una giornata confusa. Addio tenori. C’erano in campo sette elementi freschi rispetto alla partita di giovedì contro il Viktoria Plzen. Nessuna alibi di stanchezza, ma una squadra più molle del terreno di gioco che è un alibi fino a un certo punto (tanti gli errori di tocco degli azzurri). Campo brutto, ma Napoli bruttissimo. Un solo leone in campo, Behrami, e un leoncino, Insigne. Per gli altri, escludendo forse Campagnaro e Cannavaro, e De Sanctis impegnato due volte, pomeriggio di eclissi totale. Disastroso Inler.
La Samp conferma le attese. Difesa a cinque con gli arretramenti degli esterni De Silvestri ed Estegarribia. Poco pressing a centrocampo aspettando il Napoli, uomo contro uomo, negli ultimi venti metri. Sansone un folletto che arretra e gira per scompaginare la difesa azzurra. Icardi contenuto. Nel Napoli c’è Insigne dall’inizio. Gli esterni sono Mesto e Armero. Centrocampo-tipo con Inler e Behrami. Difesa titolare. Dopo un’ora di gioco inutile, Mazzarri mischia le carte, dal 3-4-1-2 al 4-2-3-1 impiegando Pandev e Zuniga (61’ per Britos e Armero), poi Dzemaili (76’ per Inler). Centrali di difesa Campagnaro e Cannavaro, ai lati Mesto e Zuniga con Inler e Behrami a protezione, Pandev, Hamsik e Insigne a sostegno di Cavani. Ma non è questione di modulo. Il Napoli dell’ultima mezz’ora è lento, lentissimo. La Samp non lascia varchi e gli azzurri stentano a portare avanti la manovra. Una sola vera palla-gol per il Napoli (74’ Hamsik, portiere e palo). Due parate impegnative per De Sanctis (32’ e 43’ su Sansone), ma anche un salvataggio di Behrami a porta vuota (34’).
Il pareggio è giusto perché in campo s’è visto un Napoli mediocre. E’ mancato lo sprint, è mancata la lucidità. E non c’entra la pressione della classifica, la possibilità di portarsi a due punti dalla Juventus. Contro la Samp è stato un Napoli impotente, fiacco, prevedibile. Nel finale, Mazzarri gira la testa per non vedere il brutto Napoli che annaspa contro la Samp. Si è lamentato del campo, a fine match aveva la febbre e ha lasciato a Bigon l’incombenza delle interviste.
Peccato, era una bella occasione anche se la Samp di Delio Rossi sta marciando con molta sicurezza, si difende bene e pizzica in attacco. Ha vinto a Torino contro la Juve. Ma un Napoli in palla, tranquillo, preciso, con i suoi assi in forma non avrebbe avuto difficoltà a vincere. Ma gli assi non c’erano, e se c’erano non si sono visti. E’ finita tra i fischi. Il rammarico è stato grande.
Nel primo tempo si è visto subito che Inler e Hamsik non ne azzeccavano una e Cavani girava a vuoto. C’era un magnifico Insigne a sinistra che non sbagliava una palla nonostante la doppia guardia di Rossini e De Silvestri e il soccorso di Poli. Di Lorenzo era l’unico vero tiro del primo tempo (6’ conclusione improvvisa, parata difficoltosa di Romero). Quando la Samp ha visto il Napoli in difficoltà è venuta fuori. De Sanctis doveva neutralizzare le due opportunità di Sansone. De Silvestri, poi, giunto in area, gli regalava la palla (21’). Non c’era da stare tranquilli. Pasticci nelle mischie in area azzurra. Su un corner, De Sanctis mancava la palla alta nel contatto con Costa e, a porta vuota, salvava di testa Behrami, sempre lui (34’).
Si sperava in una ripresa anima e cuore. Ma ancora Behrami doveva sbrogliare una situazione pericolosa togliendo la palla a Icardi (50’). E il Napoli non cambiava faccia. Errori a ripetizione, Inler in testa. Era il campo? La Samp calava, Mazzarri cambiava uomini e modulo, ma non succedeva proprio nulla. Un tiro di Armero fuori (57’), ancora un tiro di Insigne deviato in corner da Romero (62’). In una azione confusa nell’area doriana, Campagnaro colpiva di testa in tuffo e Romero, recuperando la posizione, parava (72’). Poi anche un po’ di jella: assist-gol di Pandev per Hamsik, conclusione bassa e precisa, deviazione di Romero sul palo (74’). Quando poi la conclusione di Cannavaro, spintosi all’attacco, finiva alta sul servizio di Hamsik (79’), non c’era da sperare più nulla. La Samp per scrollarsi di dosso la pressione del Napoli aveva cambiato le punte (66’ Eder per Sansone, 81’ Maxi Lopez per Icardi) nel tentativo di portare a casa addirittura il colpaccio. I cinque minuti di recupero, con i doriani furbi a perdere tempo, erano la morte di una partita ampiamente agonizzante.
Giovedì si va a Plzen in gita. Lunedì si giocherà a Udine. Il 1° marzo arriva la Juve al San Paolo. Ma la sfida al vertice sembra sfiorita.
Mimmo Carratelli
NAPOLI (3-4-1-2): De Sanctis; Campagnaro, Cannavaro, Britos (61’ Pandev); Mesto, Inler (76’ Dzemaili), Behrami, Armero (61’ Zuniga); Hamsik; Cavani, Insigne.
SAMPDORIA (3-5-2): Romero; Rossini, Gastaldello, Costa; De Silvestri (90’ Mustafi), Poli, Krsticic, Obiang, Estigarribia; Sansone (66’ Eder), Icardi (81’ Maxi Lopez).
ARBITRO: Doveri (Roma)

SERIE A – 25^ GIORNATA
Milan-Parma 2-1, Chievo-Palermo 1-1, Roma-Juventus 1-0, Catania-Bologna 1-0, Genoa-Udinese 1-0, Napoli-Sampdoria 0-0, Pescara-Cagliari 0-2, Torino-Atalanta 2-1, Fiorentina-Inter (20,45). Lunedì 18: Siena-Lazio (20,45).

CLASSIFICA: Juventus 55; Napoli 51; Lazio e Milan 44; Inter 43; Fiorentina e Catania 39; Roma 37; Udinese 36; Parma 32; Torino 31; Sampdoria e Chievo 29; Cagliari 28; Atalanta 27; Bologna 26; Genoa 25; Pescara 21; Palermo 19; Siena 18.
Fiorentina, Inter, Siena, Lazio una partita in meno.

PROSSIMO TURNO. Sabato 23: Palermo-Genoa. Domenica 24: Sampdoria-Chievo (12,30), Atalanta-Roma, Bologna-Fiorentina, Cagliari-Torino, Juventus-Siena, Parma-Catania. Lunedì 25: Udinese-Napoli (ore 19), Lazio-Pescara (ore 21).

EUROPA LEAGUE. Sedicesimi, ritorno.
Giovedì 21: Viktoria Plzen-Napoli, Cluj-Inter, Lazio- Borussia Moenchengladbach.

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