Applaudimmo il Milan nell’88, oggi fischiamo questo Napoli

“L’Amata Immortale è napoletana: al dunque si emoziona”. Così scrive Vittorio Zambardino su Facebook. Ed è difficile non condividere. Ogni qual volta questo Napoli arriva alla prova di maturità, immancabilmente la fallisce. È stato sempre così, tranne la finale di Coppa Italia. Ma quella – a mio avviso – era una partita fondamentale per noi […]

“L’Amata Immortale è napoletana: al dunque si emoziona”. Così scrive Vittorio Zambardino su Facebook. Ed è difficile non condividere. Ogni qual volta questo Napoli arriva alla prova di maturità, immancabilmente la fallisce. È stato sempre così, tranne la finale di Coppa Italia. Ma quella – a mio avviso – era una partita fondamentale per noi e meno per loro. Comunque la vincemmo e questo conta.
E quindi non ero tra quelli che aveva ipotizzato una goleada, una vittoria roboante su una Sampdoria ostica, peraltro in forma. Sapevo che sarebbe stata una partita difficile. Così come sono consapevole che i punti in campionato si fanno anche in partite giocate male. Eravamo nervosi, contratti, consapevoli della posta in gioco. Perché è questo il principale problema della squadra: la tenuta mentale, la capacità di stare concentrati. Nel tennis, ma nello sport in generale, la differenza tra un buon giocatore e un fuoriclasse è che il fuoriclasse sfodera il colpo migliore nel momento decisivo. Ed è su questo che si deve lavorare. Anche su leggerezze, come quella di De Sanctis, che sarebbe potuta costare caro al Napoli.
Quel che però non avrei immaginato è sentire i fischi a fine partita. Per diversi motivi. Innanzitutto perché una squadra viene fischiata quando mostra scarso impegno. E non mi è parso questo il caso. Poi perché, a mio avviso, una squadra viene fischiata quando va ben al di sotto degli obiettivi minimi di stagione. Che ne so, una retrocessione inattesa, o una promozione accessibile ma non raggiunta. Oggi direi che stiamo vivendo un’avventura che non avremmo pensato di vivere a inizio stagione. Sono stati proprio i nostri avversari, la Juventus, a legittimarci con le loro recenti dichiarazioni. Certo, andare a meno due sarebbe stato meglio. Ma il pareggio interno, a mio avviso, non cambia di molto la situazione.
E, ancora, quei fischi mi sono parsi in contraddizione con la storia del pubblico del San Paolo. Ricordo contestazioni violentissime (dopo una sconfitta interna con la Roma per 1-3, ad esempio), ma ricordo anche gli applausi con cui in lacrime omaggiammo chi venne a scipparci dal petto lo scudetto. E, sempre quell’anno, non pensammo neanche lontanamente di fischiare i giocatori eliminati dal Real Madrid.
I fischi sono legittimi, per carità. Semplicemente, non li comprendo. Ma metto anche in cantiere una mutazione antropologica del pubblico. Più milanese, più esigente. Potrebbe non essere un male, eppure a me sono parsi fuori luogo.
Massimiliano Gallo

Correlate

La lezione di Benitez sull’autolesionismo di Napoli: «La città scelga se lamentarsi o sostenerci»

di - Se qualcuno fino a oggi poteva nutrire qualche dubbio sul reale pensiero di Rafa Benitez a proposito di Napoli e dell’ambiente napoletano, da oggi possiamo dire che qualsiasi dubbio può definirsi fugato. Nella inconsueta sede della Stazione Marittima, il tecnico spagnolo ha tenuto una conferenza stampa che ancora una volta è stata una sorta di […]

Friedkin

Il ritiro punitivo lasciamolo al Borgorosso Football Club

di - Diciamo la verità, questa vicenda del presunto ritiro del Napoli è stata una pagliacciata. Tanto ridicola quanto emblematica. Da qualsiasi angolatura la si inquadri, presenta imperfezioni. E imperfezioni, va da sé, è un eufemismo. A lungo assente, praticamente quasi sempre quest’anno, dalla scena mediatica e spesso anche dagli spalti, Aurelio De Laurentiis irrompe nella vita […]

C’era una volta Gonzalo Higuain, il re che Napoli continua ad aspettare

di - Diciamo la verità, siamo ben oltre i tre indizi di Agatha Christie. Siamo al tenente Colombo, che di prove ne accumula lungo tutta la puntata e lentamente, ma inesorabilmente, incastra il colpevole. Qui non si tratta di un delitto, per carità. Magari di una scomparsa. Dov’è finito Gonzalo Higuain? Non è un caso che nelle […]

Che cosa è successo al Napoli che ha annientato la Roma? Prestazione indecente contro il Milan

di - Che cosa è successo? È francamente inspiegabile. Questo Napoli il primo novembre travolgeva la Roma al San Paolo e sette giorni dopo andava a vincere a Firenze. Il brutto inizio di stagione, contraddistinto dalla prematura uscita dalla Champions, sembrava alle spalle. E invece il Napoli è sparito di nuovo. Sul 2-0 contro il Cagliari sono […]

Immagine non disponibile

Napoli non è consapevole di stare vivendo calcisticamente al di sopra delle proprie possibilità

di - Venerdì sera non ho guardato Fiorentina-Juventus. Un po’, confesso, le partite del nostro campionato non mi appassionano più; un po’ in concomitanza c’era Borussia Dortmund-Hoffenheim. E sì, il caro Borussia Dortmund, quella squadra per cui in tanti ci sfottono perché continuiamo a parlarne e fare paragoni. Venerdì la squadra di Klopp era ultima in classifica. […]

Che peccato Gabbiadini

Gabbiadini, un diamante da sgrezzare. Come Insigne

di - Manolo Gabbiadini. Non si parla che di lui. In modo anche inconsueto. Non ricordo una trattativa di mercato chiusa e pressoché annunciata – come sembra leggendo qua e là – a campionato in corso. Somiglia a uno di quei tormentoni che hanno contraddistinto le recenti sessioni di calciomercato e che spesso si sono conclusi non […]

Il bilancio del Napoli smaschera la leggenda del pappone

di - E insomma, il giorno della presentazione del bilancio del Napoli è arrivato. Il giorno dello smascheramento del pappone che lucra sulla passione di noi poveri altri che gli versiamo migliaia e miglia di euro nelle casse è arrivato. E incredibilmente – meraviglia! – si scopre che Aurelio De Laurentiis ha rasentato il rischio di fare […]

Nel libro di Trombetti, Noè si è trasferito a Castel Volturno e somiglia tanto a De Laurentiis

di - In “Morte di un matematico napoletano”, di Mario Martone, un Toni Servillo non ancora noto al grande pubblico smonta un grande Carlo Cecchi in versione Renato Caccioppoli che parla del metodo che lui utilizzerebbe per togliersi la vita: “Ma il comico non era superiore al tragico?”, lo interrompe citando una sua frase. A quella tavolata, […]