Ma non commettiamo l’errore di sottovalutare la Fiorentina
Dopo aver vinto in Tribunale, il Napoli si prepara alla sfida di domenica con la Fiorentina. I viola sono la vera squadra rivelazione di questo campionato: Pradè si è mosso benissimo sul mercato, coordinato dalle richieste di Montella, e ha costruito al tecnico di Cisterna la squadra perfetta per i suoi schemi, almeno per quanto […]
Dopo aver vinto in Tribunale, il Napoli si prepara alla sfida di domenica con la Fiorentina. I viola sono la vera squadra rivelazione di questo campionato: Pradè si è mosso benissimo sul mercato, coordinato dalle richieste di Montella, e ha costruito al tecnico di Cisterna la squadra perfetta per i suoi schemi, almeno per quanto riguarda l’11 titolare. Dopo una partenza sprint, hanno subito una piccola battuta d’arresto: tre sconfitte nelle ultime tre gare ufficiali (due in campionato, una in Coppa Italia) con un solo goal segnato e ben sei subiti. E pensare che la difesa di Montella, fino a qualche tempo fa, era considerata una delle migliori del campionato: a difendere la porta di Viviano/Neto ci sono Savic, Roncaglia e Gonzalo Rodriguez (con Tomovic pronto a subentrare in caso di assenza di uno dei tre), difensori rocciosi ma dai piedi buoni.
La partita con la Roma nei quarti della coppa nazionale, però, ha evidenziato un calo di rendimento da parte dei tre arretrati, rei d’essersi prodotti in disimpegni sbagliati, passaggi sballati, marcature perse: un teatro degli orrori in cui protagonista è stato, suo malgrado, Savic che si è perso Destro in occasione del goal decisivo. C’è anche da dire che i viola sono stati più volte sfortunati nel reparto avanzato: la mole di gioco prodotta dal centrocampo toscano è stata massiccia, con Borja Valero in grande spolvero e Pasqual e Cuadrado pronti a volare sulle fasce e servire cross. Sono stati i legni a strozzare in gola alla Fiesole l’urlo del goal: prima la traversa di Aquilani su punizione, poi l’incrocio colpito da Borja Valero ed infine il palo colpito da Cuadrado nei supplementari. Nemmeno Jovetic, uno dei più vivaci, ha potuto nulla. Così Montella s’è ritrovato con 120 minuti nelle gambe dei suoi uomini migliori e un pugno di mosche in mano.
Sarebbe, tuttavia, un errore madornale credere che la Fiorentina sia una squadra in crisi profonda: tanto per la capacità del Napoli di resuscitare tutti i Lazzari che si presentano sul proprio cammino, quanto perché, a ben vedere, la Viola non è stata assistita dalla buona sorte nemmeno nelle ultime due gare di campionato – ha incontrato il miglior Perin della stagione nella sconfitta interna con il Pescara ed una serie d’errori arbitrali ad Udine. E per non fare questo errore e rimanere sul chivalà, basta dare uno sguardo ai ruolino di marcia della Fiorentina al Franchi: in dieci partite, sette vittorie, due pareggi ed una sola sconfitta, con 21 goal fatti (quarto miglior attacco casalingo dopo il Napoli e le romane) e solo 8 subiti (seconda miglior difesa casalinga, assieme al Parma, dopo la Juventus). È uno score casalingo che si avvicina a quello dei partenopei, che in trasferta hanno invece racimolato 16 punti in nove partite (cinque vittorie, un pareggio, tre sconfitte) mantenendo comunque la miglior difesa esterna della serie A (7 reti subite, come la Juventus). E se è vero che ci vogliono tre attaccanti della Fiorentina (Jovetic, Toni ed El Hamdaoui) per mettere insieme i goal del solo Cavani in campionato (per amor di verità, vincono i viola 17 a 16), è anche vero che la difesa toscana sa rendersi pericolosa come poche sui calci da fermo: nove in tutto i goal del terzetto titolare (cinque per Gonzalo Rodriguez, due a testa per Roncaglia e Savic). Senza considerare i rigori, la Fiorentina ha segnato ben dodici volte su azioni nate da una palla ferma, ed a segnalarlo è anche l’importante bottino di assist (otto, uno in meno di Hamsik) maturato fino ad ora da Borja Valero, che batte calci d’angolo e punizioni laterali. Ed è inutile ricordare quanto il Napoli le soffra, le palle inattive.
In soldoni: c’è da sfruttare il momento certamente non felice della difesa (se la Roma avesse avuto Cavani al posto di Destro, la partita di Coppa si sarebbe risolta molto prima), nonché la stanchezza dei tempi supplementari giocati tre giorni prima del match (Juventus docet). Non bisogna dimenticare che domenica torna Pizarro titolare: guarda caso, il cileno non ha giocato nessuna delle ultime tre partite ufficiali. È dai suoi piedi che passa gran parte del gioco della squadra di Montella, ed è lui che dovrà essere il principale obiettivo di Behrami. Inler dovrà tenere a bada Borja Valero in fase di non possesso; i difensori dovranno stare attenti, oltre che a Jovetic e Toni, anche ad Aquilani, che spesso s’inserisce (più o meno, à la Hamsik); e se Maggio e Zuniga giocano come le ultime uscite, ci sarà poco da temere da Cuadrado e Pasqual.
La parola d’ordine è concentrazione: dal Franchi passa una bella fetta di campionato.
Antonio Cristiano