ilNapolista

Bisogna battere il Palermo alla vigilia delle trasferta a Firenze e a Parma

Penultimo posto, pagando vari infortuni, quello di Hernandez soprattutto che tornerà a marzo, un punto nelle ultime cinque partite, zero vittorie e appena quattro gol segnati in dieci trasferte, tre partite perse negli ultimi dieci minuti, tre volte raggiunto nel finale, il Palermo degli ex Aronica e Dossena ha fame di punti. L’interrogativo è: il Palermo è squadra di lotta e di resistenza come le più agguerrite formazioni pericolanti, più abituate a salvare la pelle? Costruita per un centro classifica di tranquillità, e perciò con un collettivo più tecnico che battagliero, la squadra siciliana deve cambiare registro per salvarsi. Proverà a farlo al San Paolo (seconda gara casalinga consecutiva degli azzurri, duecentesima partita dell’era De Laurentiis), ma non sarà facile e non le basterà giocare “al contrario” della Roma alzando barricate di cui non sembra capace. Né Gasperini è allenatore che punta a distruggere. Mancheranno anche Ilicic squalificato e Donati, efficace regista arretrato. Torna Ujkani tra i pali.

Detto questo, è chiaro che la partita è tutta nella testa e nei piedi degli azzurri che con abilità e sacrifici tattici hanno dissolto la Roma, ma questo è un altro match e diversa risulterà la strategia dell’avversario. Nessuno può immaginare una “passeggiata” del Napoli (Hamsik supremo killer della squadra rosanero che ha già colpito sette volte in nove sfide). Però sembra una vittoria possibile da costruire col giusto equilibrio, senza dare spazio a Miccoli, capace di prodezze balistiche (ma parte dalla panchina), a Dybala, giovane e imprevedibile argentino (20 anni) e a Brienza che, tra le linee, sa come confezionare gli assist per le punte.

Le ripartenze del Palermo possono creare problemi. Un Napoli attento e raccolto, capace di snidare i siciliani e crearsi i “corridoi” per colpire, dovrebbe avere la meglio. Ci sarà ancora Pandev, gran protagonista del successone sulla Roma. C’è Cavani capocannoniere e in testa agli attaccanti che tirano di più. Ci sono le armi per sfondare. Zuniga, ineccepibile nel compito tattico di sette giorni fa “imbavagliando” Lamela, tornerà a spingere, sollecitato dall’arrivo di Armero (in panchina), concorrente insidioso sulla fascia mancina. Maggio sembra in ripresa. Volando sulle ali, come nei tempi splendidi-splendenti, il Napoli può allargare e affondare qualsiasi difesa. Quella siciliana, tre sole partite senza prendere gol, non si annuncia come una diga insuperabile.

Mazzarri conferma la “nuova” difesa senza Cannavaro con Britos al centro, Campagnaro in recupero e il concreto Gamberini ai lati. Con Fernandez e Uvini in panchina urge l’arrivo di un esperto centrale. Incredibile il dettaglio del maggior numero di gol incassati in casa (11) rispetto alle gare esterne (7). Quella azzurra resta la seconda difesa del campionato con De Sanctis fra i portieri meno impegnati (però decisivo) perché ben protetto. Le “cifre” del girone d’andata segnalano poi il Napoli al terzo posto fra le squadre che recuperano più palloni e Behrami al primo posto fra i giocatori che vincono più contrasti. Il Napoli è al secondo posto, dopo la Lazio, per bottino interno (23 punti).

Comincia il girone di ritorno dopo il miglior girone d’andata di Mazzarri (39 punti se non ci fosse la penalizzazione). Si lotta realisticamente per il secondo posto a -2 dalla Lazio che gioca anch’essa in casa (contro l’Atalanta). Dietro, premono Inter e Fiorentina. Il successo pieno contro il Palermo è indispensabile alla vigilia di due trasferte consecutive con Fiorentina e Parma, tra le formazioni che stanno giocando meglio. Mancherà poi un’altra partita (Napoli-Catania) prima di incontrare la Lazio a Roma, di sabato, 9 febbraio, probabile sfida diretta per il secondo posto.

Pensiamo al presente (bentornato Calaiò) e perciò niente scherzi contro il Palermo. Vincenti e perciò antipatici per accontentare il giovane lord torinese.

MIMMO CARRATELLI

ilnapolista © riproduzione riservata