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Torna la querelle stadio e torna lo scontro Faraone Mennella-De Laurentiis

Uno stadio nuovo di zecca a Ponticelli, sul modello dell’Allianz Arena di Monaco di Baviera, capienza di 55 mila posti, aperto sette giorni su sette nel quartiere dove è previsto il più grande parco urbano aperto alla città. A Fuorigrotta, invece, un San Paolo più piccolo, da soli 35 mila posti, finalmente libero dalla copertura metallica costruita per i Mondiali del 1990, destinato agli sport minori e ai bambini. È un progetto ambizioso, quello formalizzato lunedì mattina dalla società Idis, dell’imprenditrice Marilù Faraone Mennella, ed è anche l’unica proposta presentata nei termini alla manifestazione d’interesse bandita dal Comune per sciogliere il nodo dello stadio.

Ma la partita è tutt’altro che chiusa. Anzi, comincia adesso. Manca, innanzitutto, l’intesa con il Calcio Napoli e il suo presidente, Aurelio De Laurentiis, uno dei due soggetti, insieme all’amministrazione, che come ricorda il sindaco Luigi de Magistris, deve prestare il consenso come peraltro previsto nel bando. Fino ad oggi però il club e il suo maggiore azionista si sono sempre opposti alla costruzione del nuovo impianto a Ponticelli. De Laurentiis preferirebbe la ristrutturazione del San Paolo e considera come strada maestra il disegno di legge, peraltro ancora fermo in Parlamento, che si propone di agevolare la costruzione di stadi interamente di proprietà della società. Senza contare le violente dichiarazioni sui presunti accordi stretti in campagna elettorale tra de Magistris e Marilù Faraone Mennella (moglie dell’ex presidente di Confindustria Antonio D’Amato) pronunciate da De Laurentiis la scorsa estate durante un incontro con i tifosi a Dimaro, diffuse dal sito IlNapolista e poi acquisite dalla Procura. Uno strappo ricucito faticosamente nei giorni successivi, che però ha messo a dura prova i rapporti tra Napoli e Palazzo San Giacomo.

“Il fatto che De Laurentiis non sia d’accordo ad andare a giocare in un nuovo stadio costituisce chiaramente un vulnus a tutto il progetto”, ha ammesso l’assessore allo Sport Pina Tommasielli, intervenendo ieri a Radio Kiss Napoli. De Magistris appare comunque fiducioso: “Ci sarà un dialogo sempre più forte nelle prossime settimane e nei prossimi mesi con il presidente  assicura il sindaco  il rapporto è buono, stiamo andando avanti su diversi fronti”. E anche il Calcio Napoli sembra comunque pronto a confrontarsi con l’amministrazione in tempi brevi. Ieri il presidente era a Roma, nei prossimi giorni però potrebbe tornare in città, tenuto anche conto della partita in programma domenica al San Paolo dove quasi certamente prenderà posto in tribuna d’onore proprio al fianco di de Magistris.

Prima di tutto però il progetto presentato dalla Idis srl dovrà passare all’esame della commissione del Comune che si insedierà nei prossimi giorni e dovrà esprimere una valutazione del piano nel suo complesso. In caso di bocciatura, i giochi si riaprirebbero, eventualmente anche ad altri imprenditori interessati. Se dovesse arrivare il via libera, andrebbe raggiunto l’accordo con il Napoli. L’iniziativa dovrebbe contemplare un project financing e sfiorare un investimento di 700 milioni di euro. I principali partner indicati dalla Idis sono il colosso di servizi immobiliari Aedes spa e l’azienda di costruzioni metalliche friulana Cimolai, che ha realizzato stati prestigiosi come l’Olimpico di Atene teatro della kermesse a cinque cerchi del 2004, l’impianto di Varsavia che ha ospitato la partita inaugurale degli ultimi campionati Europei e quello di Johannesburg dove si sono disputati i Mondiali sudafricani. Il nuovo stadio di Ponticelli è stato pensato in maniera da permettere massima visibilità agli spettatori da ogni punto, postiristorante per i vip, produzione in proprio di energia. Per il quartiere della periferia orientale, dove Faraone Mennella è già impegnata con il consorzio Naplest, l’impianto dovrebbe rappresentare un punto di riferimento in grado di trainare attività commerciali e programmi destinati alle scuole.

L’altro polo del progetto riguarda il futuro del San Paolo e dunque del quartiere Fuorigrotta. Il catino che ha ospitato i successi del Napoli di Maradona dovrebbe cambiare volto. Sia dal punto di vista estetico, con il ritorno al passato, all’immagine disegnata dal progettista dell’epoca, l’architetto Cocchia, e poi modificata alla vigilia di Italia ’90 con la realizzazione della copertura metallica. Sia per quanto riguarda la destinazione: non più stadio per il grande calcio, ma impianto aperto alla città e riservato all’atletica leggera, calcio femminile, rugby, e alle attività sportive per i bambini. Il tutto in un piazzale Tecchio risistemato in linea con il nuovo San Paolo.
Dario Del Porto (tratto da Repubblica)

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