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C’è un aspetto della vicenda che non avevo preso in considerazione

C’è un aspetto della vicenda che non avevo preso in considerazione. E cioè la grave menomazione della fantasia. Un dolore, non fisico ma quasi. Una sensazione amara in bocca, quella roba pastricciata. Non il fumo giallastro che magari ti prendeva alla gola quelle rare volte che ti veniva concesso di andare a prendere tua madre che lavorava in un grande stabilimento siderurgico sul mare. Sul mare poi… tanto quasi non si vedeva. E comunque era come se non ci fosse.No, non quella roba che non ti faceva respirare. Qualcosa di diverso, di metallico. Di mono-tono. Che a un certo punto ti fa pensare: però non è giusto, mi hanno tolto la fantasia. I titolari, i titolarissimi, il gioco sempre uguale a se stesso, le dichiarazioni non solo sovrapponibili, magari fosse questo!, no, prevedibili!, già ascoltate prima ancora di essere rilasciate, già lette prima ancora di essere riportate per iscritto.

E in fondo è così. Mi (non dico ci perché non vi ho consultato) hanno tolto la fantasia. Dalla C alla Champions, il progetto, gli acquisti prospettici. Ma in fondo il calcio è un gioco e uno è talmente con l’acqua alla gola che in fondo sorride persino quando vede i giocatori di una milanese gioire come bambini. E perché poi sennò non c’è motivo per stare qui ogni giorno. A perdere la poesia.

E non mi si dica che è colpa dei risultati. Perché non è questo. Perché io ora penso ad Aronica, e in fondo è stato solo lui in questa domenica a toccarmi una corda (non fate commenti volgari!). Il Malausséne del San Paolo. Stiamo trasformando il calcio in scienza robotica, in materia arida e glaciale. Non mi piace.

E io quindi mi sono visto Zeman stasera e me lo sono gustato nel dopo partita alla Domenica sportiva. E ho sorriso quando, a proposito del derby, ha detto: “In fondo è una partita, nelle famiglie ci sono romanisti e laziali. Poi, dopo la partita, mangiano insieme”. Il calcio non ha senso se non è così. Io faccio il tifoso. Altrimenti avrei fatto il presidente o l’allenatore che ha rivoluzionato il calcio con la difesa a tre.
Massimiliano Gallo

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