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Quanto mi piace il Napoli cinico e calcolatore

Sesta vittoria su sette partite. Otto punti in più rispetto allo scorso anno. Primo posto in classifica e Cavani capocanonniere con sei reti (e un rigore sbagliato). Insomma, al netto del livellamento verso il basso del nostro campionato, non è niente male. Ora comincia la grande attesa, lo so. Ma quindici giorni sono tanti e magari ci penseremo più in là.

Le partite che amo di più sono quelle come ieri sera. Quelle che sono giocate più col cervello che con le gambe. Quelle in cui non strapazzi l’avversario ma riesci a metterti con un’incollatura davanti e la conservi fino alla fine. Scrissi che è un Napoli per cuori forti e lo ripeto.

Ed è anche un Napoli che, almeno in campionato, riesce a ottenere il massimo risultato con lo sforzo necessario. Non dico minimo, ma stando ben attento a non disperdere una goccia di sudore in più. È una squadra che tutto fa, tranne che ammuina. Non so se ieri siamo stati fortunati, non lo credo. Nel bilancio della gara c’è anche un rigore non concesso agli azzurri, e lo dico io che in genere non mi lamento mai degli arbitri.

Un tempo si diceva che le grandi squadre erano così: alla prima occasione ti punivano. E adesso che lo facciamo noi qualcosa vorrà dire, no? Nel primo tempo, poi, qualche occasione l’abbiamo creata. Il tiro di Pandev, il colpo di testa quasi a botta sicura di Cavani e poi il gol. Un’accelerazione che – perdonatemi – mi ha ricordato quelle di un altro tridente, un’era mesozoica fa.

E anche la rapidità con cui abbiamo rimediato allo strafalcione del pareggio è da squadra convinta di sé. Fortuna? Può darsi. Un grande dello sport, Enzo Ferrari, ripeteva che la sfortuna non esiste. E io sono sempre stato d’accordo con lui. So solo che questa squadra, proprio come quella, quando decide di accelerare, fa male.

Nella ripresa abbiamo gestito la gara tutto sommato con grande tranquillità. Certo noi tifosi soffriamo, ma quello è un altro discorso. Se poi Insigne non fosse stato egoista, avremmo fatto anche il terzo.

Poche cose da segnalare, oltre a Inler e alla conferma di un Hamsik davvero rigenerato. Gamberini, come Pandev lo scorso anno, non è il pacco descritto da tanti. Behrami è un giocatore che a centrocampo si fa sentire. E vinciamo anche quando non gira Cavani.

Sì, lo so, il livello del campionato si è abbassato, siamo d’accordo, ma è indubbio che questa squadra abbia una sua solidità. Ora c’è la sosta per la Nazionale, poi si riprenderà con una partita che vale tre punti come le altre. Ok, non è come le altre, però è una partita su trentotto, cerchiamo di capirlo. Può farci solo bene.

Massimiliano Gallo

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