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Le lacrime di Fernandez e quelle di Carmignani

Mazzarri non ha smentito nella risposta, quindi dobbiamo dedurne che davvero Fernandez giovedì sera abbia pianto nello spogliatoio di Eindhoven. Non solo non ha smentito, ma ha anche detto che non ha ancora sciolto il dubbio: potrebbe far giocare Fernandez al centro della difesa nella partita contro l’Udinese. Ma sono le lacrime l’aspetto che mi colpisce.
Ovviamente ci vorrebbero un Mimmo (Carratelli o Liguoro) per ripercorrere la storia delle lacrime nel calcio: sarebbero articoli stupendi. Io posso solo ricordare un episodio della mia infanzia. Credo che fosse un Napoli-Genoa, in porta con noi c’era Gedeone Carmignani. Il portiere che arrivò al posto di un certo Dino Zoff si fece passare un pallone in mezzo alle gambe, una papera niente male insomma. Ero, e non ricordo male, nella Nisida, quella che un tempo però si chiamava Tribuna laterale. E ricordo gli epiteti nei confronti del povero portiere azzurro. Io chiesi a mio nonno: «Nonno, ma davvero sta piangendo?». Lui, che probabilmente in cuor suo si sarebbe augurato la morte all’istante del portiere, mi accarezzò la testa e non disse niente. O, al massimo, una cosa del tipo “adesso segniamo”.
Poi, certo, di lacrime nel calcio ce ne sono tante. Quelle di Diego al termine della finale del ’90, ad esempio, ma quelle di Carmignani mi sono rimaste impresse.
Massimiliano Gallo

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