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I titolarissimi contro il Chievo per cancellare sconfitte, delusioni e cattivi pensieri.

Per riprendere la corsa, bloccata a Torino e umiliata in Europa League, ecco un avversario con una tradizione maligna per il Napoli, il Chievo che negli ultimi otto confronti con gli azzurri ne ha vinti quattro, vincendo una volta a Fuorigrotta nell’en-plein di due anni fa, vittorie veronesi all’andata e al ritorno. Mai un pareggio. Ma questo sembra un Chievo dissestato, cinque sconfitte in otto gare, tre battute a vuoto nelle tre trasferte, peggior difesa del campionato (15 gol). Però, passando da Di Carlo a Corini, pare in ripresa, imbattuto negli ultimi due turni, una riscossa casalinga piegando la Sampdoria e pareggiando con la Fiorentina sul suo campo.

Il Chievo è una di quelle squadre che hanno sempre messo in difficoltà il Napoli. Al di là del 4-3-3, che al San Paolo potrà essere corretto con una maggiore “attenzione” difensiva, la formazione scaligera ha un centrocampo agile e punte insidiose. Il Napoli (4 successi su 4 partite in casa) gioca al meglio della sua “rosa”. La “risposta” alle ultime due sconfitte, in campionato e in Europa, non può essere che una sola. Una vittoria franca sul Chievo e via i fantasmi di delusioni, incapricciamenti e flop.

Si gioca in notturna dopo avere conosciuto i risultati della Juventus (a Catania), della Lazio (a Firenze) e dell’Inter (a Bologna). Tutte in trasferta le concorrenti dell’alta classifica e con qualche coefficiente di difficoltà, compresa la “fatica” di metà settimana in Europa superiore a quella del Napoli che in Ucraina ha schierato i rincalzi e utilizzato solo per un tempo (nella ripresa) Cavani e Pandev, Inler nell’ultimo quarto d’ora, Hamsik fuori per squalifica, a riposo Campagnaro e Maggio, in panchina gli altri titolarissimi. In campo per i 90 minuti Aronica e Zuniga fra i primattori, indisponibile Behrami.

Ha impressionato la “carica” del Matador appena sceso in campo. Sei conclusioni “furenti”, un palo, il rigore dopo esserselo procurato, una palla-gol sventata dal portiere ucraino, una punizione a fil di palo. E’ il nostro ariete volante che dovrà abbattere il Chievo. E ci sarà un Hamsik ben riposato per la genialità necessaria a una partita da portare in porto senza soffrire. Tre giorni dopo ci sarà la trasferta di Bergamo, tradizionalmente ostica. Questa col Chievo è l’occasione per premere nuovamente sull’acceleratore sperando in risultati poco positivi delle altre formazioni di testa.

Il campionato come obiettivo primario (unico?) impone di non sbagliare. La sconfitta di Torino non ha scalfito le chance del Napoli che stava portando a casa un utile pareggio. La squadra sembra più matura ed equilibrata e i cambi in corsa sono pronti senza farsi condizionare dai flop europei. In Europa League non sono stati proprio i giocatori a sbagliare (però la difesa inedita è caduta malamente, da Eindhoven a Dnipropetrovsk). Tornano i titolarissimi e tutto dovrebbe andare a posto valutando semmai qualche condizione fisica e di forma non al top. Il riposo infrasettimanale deve avere fatto bene a Maggio e a Campagnaro. C’è un Inler più combattivo, finalmente con la maschera del leone. C’è un centrocampo che ha perduto il pressing e l’anarchia di Gargano ma è meglio organizzato, tiene meglio il campo, protegge la difesa. Mancano ancora gli inserimenti perentori in fase offensiva e il tiro da fuori area spesso necessario per far cadere gli avversari troppo chiusi. La difesa non deve andare in ansia per gli errori sempre dietro l’angolo. Ci vuole serenità e autostima, che la Juve non ha scalfito, per correre. Il più bel Napoli è ancora possibile. Ha la migliore seconda differenza reti, fra gol fatti e subiti, segno di un buon equilibrio tattico. Col Chievo poche chiacchiere. C’è l’attesa di una serata magica, la pronta riscossa dopo due partite che hanno scosso l’ambiente.

MIMMO CARRATELLI

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