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La Supercoppa anteprima della sfida scudetto

Qualcuno volò sul nido del cuculo, qualcuno dovrà vincere nel Nido d’uccello di Pechino. La Supercoppa pretende un vincitore magari ai supplementari, magari ai rigori, una iattura sotto la gigantesca cappa di umidità che affligge la capitale cinese, sudorazione e perdita di liquidi, crampi in agguato, meglio risolverla in 90 minuti. Napoli e Juve di fronte tre mesi dopo la sfida di Roma vinta dagli azzurri in Coppa Italia e diciassette giorni prima del campionato che li indica protagonisti al vertice. Nell’attesa la Juve esulta per l’assoluzione in prima battuta di Bonucci e Pepe (calcioscommesse), sorride amara per i 10 mesi comminati a Conte (pronto l’appello).

Il Napoli è “caldo” e pronto (a Castelvolturno ha provato il caldo e l’umidità di tipo pechinese). Sconfitto ma pimpante è tornato Cavani dalle Olimpiadi. Non ci sarà più Lavezzi che, nella finale di Coppa Italia, tormentò la difesa bianconera per tutto il primo tempo favorendo il primo gol azzurro. C’è un Hamsik a tutto campo, cresciuto in personalità, che non mette più in palio la cresta. C’è Behrami lottatore a centrocampo che la cresta se la farà azzurra se il match andrà a segno. C’è Lorenzo Insigne in panchina che freme di giocare e battere Buffon, un suo desiderio dichiarato. Gira e rigira è il Napoli di Pandev, protagonista e goleador dell’esaltante precampionato, tecnica da top-player e intelligenza tattica che potrebbe sballare gli equilibri in campo. E’ la sua partita, premessa a una stagione che lo riporterebbe in alto. Ha già bucato Buffon due volte, nove mesi fa, nel pirotecnico 3-3 al San Paolo.

Il Napoli sembra più avanti nella preparazione. La Juve è meno rodata ma il “blocco” bianconero è ben collaudato (assenti Chiellini e Isla per infortuni). Rispetto alla finale di Roma ci saranno dall’inizio Buffon, che guardò la finale di Coppa Italia dalla panchina, e Vucinic che, a Roma, giocò gli ultimi venti minuti al posto di Del Piero segnandone il malinconico “addio”. Vucinic in tandem con Pepe minacciò seriamente il minimo vantaggio del Napoli che poi raddoppiò magistralmente con Hamsik, assist di Pandev. Col rigore di Cavani (travolto Lavezzi da Storari) il Napoli aveva preso il volo rubando alla Juve tutte le sue armi: aggressività, iniziativa, gioco sulle fasce (Maggio e Zuniga), difesa compatta anche se affannosa nel finale.

Il Napoli ha la determinazione per ripetere l’impresa, ma dovrà cancellare qualche vecchio difetto sui cross e sulle palle inattive dell’avversario. E’ probabile che toccherà a Campagnaro limitare l’azione di Vucinic. Preferibile per la difesa napoletana (Cannavaro) avere Matri di fronte piuttosto che il piccolo e sgusciante Giovinco con i suoi colpi da biliardo. Qualche apprensione sulla corsia di Britos (o Aronica). Nel nuovo 3-5-1-1 Inler sarebbe destinato davanti alla difesa in un ruolo in cui sembrerebbe preferibile Gargano (pressing e grinta). Behrami dovrà frenare Marchisio, Vidal dovrà preoccuparsi di Hamsik (e viceversa). L’equilibrio a centrocampo è a rischio se Pirlo imbrocca una partita delle sue (lo presseranno Pandev e Cavani sulla prima palla). Sulle fasce sembra più in corsa il Napoli con Maggio e Zuniga contrapposti a De Ceglie (Asamoah) e Lichtsteiner. Difesa e attacco, chi vince sugli esterni può orientare il match.

Sarà una battaglia come è nelle corde della Juventus e come ha previsto Mazzarri. La Juve non vince la Supercoppa da 17 anni, il Napoli da ventidue. Intanto per la squadra di De Laurentiis, la Juve non è più un tabù (5 vittorie, 3 pareggi, 4 sconfitte). Resiste la rivalità storica fra i due club che fa di Napoli-Juve una partita sempre speciale. Specialissimo è questo trofeo che potrebbe essere il guanto di sfida del Napoli per lo scudetto. Calma. Nel Nido d’uccello bisognerà saper volare. Pazienza e tenacia saranno armi indispensabili, ma il Napoli dovrà rubare immediatamente alla Juve il pallino del gioco. Aspettarla che faccia correre la palla (e gli uomini) e acquisti fiducia sarebbe un suicidio. Ai centrocampisti azzurri il “peso” di prendersi la partita, con la collaborazione determinante di Pandev. La folgore di Cavani potrebbe dar fuoco alla Vecchia Signora in ricordo di una tripletta memorabile appena un anno fa.

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