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Cavani ci dispiace, ma onestamente ci fa piacere

L’Uruguay perde contro la Gran Bretagna,  chiude il girone con soli 3 punti e viene eliminato dai Giochi Olimpici. Questa è la notizia. Ma per il napoletano, il flop della nazionale celeste va oltre la cronaca e apre un dilemma etico che vede la sua ragion d’essere, ovviamente, in Cavani.

Il supporter partenopeo, ragionando da sportivo, deve rammaricarsi. L’Uruguay era una delle rappresentative  più interessanti del torneo, non a caso data tra le favorite per la medaglia d’oro, presentando il Matador tra le sue stelle.

Per di più sappiamo bene quanto Edi sia legato al proprio Paese, quanto ci tenesse a disputare le Olimpiadi e, soprattutto, quanto fosse determinato a vincerle (dopo il quarto posto ai Mondiali e il trionfo in Coppa America). Essere eliminato così, con un bottino personale di zero goal, deve avergli spezzato il cuore. E chi, come noi, da due anni vive in adorazione per l’attaccante di Salto, non può rimanere indifferente di fronte al suo dolore.

Ragionando da tifoso, il napoletano trae al contrario compiacimento dall’eliminazione della squadra del c.t. Tabarez. Più l’Uruguay fosse andato avanti nella competizione, minori (fino a nulle) sarebbero state le possibilità di vedere Cavani l’11 agosto a Pechino per la Supercoppa italiana.

Ora, invece, fuori dalle Olimpiadi a dieci giorni dalla sfida con la Juve, ci sono tutte le premesse affinché il Matador sia quanto meno aggregato al gruppo nella trasferta. E diventa plausibile che Mazzarri decida di impiegarlo, anche se non per tutti i novanta minuti.

Il dilemma quindi è: che atteggiamento dobbiamo avere davanti alla debacle uruguaya? Ci uniamo alla delusione di Cavani immedesimandoci nel suo dispiacere, o ammainiamo il cavainismo a favore di un più pragmatico egoismo napoletano? Mah…

Di certo c’è che almeno questa volta non vorrei essere nei panni di uno degli amici partenopei del Matador. Questi gli dovranno pur scrivere un sms di incoraggiamento dopo il fiasco olimpionico, nascondendo un certo godimento dietro parole di cordoglio.
Roberto Procaccini

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