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Ma il 2 giugno è una festa per l’Italia, non contro

Purtroppo oggi l’Italia è un paese senza filtro, senza drenaggio. Innaffi e il terreno non assorbe più l’acqua. Tutto passa senza incontrare non dico ostacoli, ma un tornante, una sosta per fermarsi a pensare. Basta un tweet per innescare una catena che nessuno più ha l’autorità e l’autorevolezza di arrestare. Nemmeno il presidente della nostra amata Repubblica che ultimamente si è distinto per atteggiamenti più che discutibili.

E così, per chi nulla sapesse del 2 giugno, magari qualche straniero, in Italia si discute se sia giusto o meno dar vita a una parata militare ai Fori imperiali sabato mattina. Possibile che si debba assistere a cotanto scempio mentre stiamo piangendo le vittime del terremoto?

E allora io rispondo con un’altra domanda: ma è possibile che il nostro Paese non abbia più memoria? Possibile che non ci sia più un’autorità che si renda realmente credibile agli occhi della cittadinanza? Badate bene, non ce l’ho con il cosiddetto popolo del web – termine che mi fa sempre molto ridere – che pure ha le sue responsabilità, secondo me; ce l’ho soprattutto con una classe dirigente che ha via via sperperato il proprio bagaglio di credibilità. E adesso raccoglie i frutti della semina.

E oggi siamo finiti a fare i guelfi e i ghibellini anche su una festa fondativa della storia italiana. Per chi non lo sapesse, il 2 giugno si festeggia la vittoria della repubblica sulla monarchia al referendum istituzionale. Anno 1946. Dodici mesi prima, il 25 aprile, l’Italia aveva festeggiato la Liberazione dai tedeschi. Mi fermo qui. E vi rimando alla scena di un film memorabile, Una vita difficile, per la regia di Dino Risi, con la superba interpretazione di Alberto Sordi con al fianco una bravissima Lea Massari. Questo è il 2 giugno. Una festa per l’Italia. Non contro l’Italia.
Massimiliano Gallo (tratto da linkiesta.it)


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