Perché noi tifosi del Napoli siamo così autodistruttivi?

Ma dico io, come diamine si fa? Perdiamo clamorosamente a Bologna e piuttosto che incazzarci come delle iene, restiamo a guardare il sogno Champions che si allontana (ho detto “si allontana”, non “svanisce”), immobili, quasi senza recriminare su nulla, pensando a come festeggiano gli juventini la vittoria dello scudetto. Adesso siamo alla vigilia dell’ultima partita […]

Ma dico io, come diamine si fa? Perdiamo clamorosamente a Bologna e piuttosto che incazzarci come delle iene, restiamo a guardare il sogno Champions che si allontana (ho detto “si allontana”, non “svanisce”), immobili, quasi senza recriminare su nulla, pensando a come festeggiano gli juventini la vittoria dello scudetto. Adesso siamo alla vigilia dell’ultima partita di campionato, alla vigilia di tre allucinanti mesi in cui parleremo del nulla abissale. Alla vigilia del periodo più malato per chi del Napoli è malato. Alla vigilia di novanta giorni e più in cui, ogni giorno, qualcuno, tra noi, si chiederà “ma quando cazzo finisce questo strazio e si torna a giocare?”. E noi che facciamo? Ci perdiamo a guardare i lineamenti del volto di Lavezzi. Se nel firmare la Panda ha sorriso e come, se il labbro superiore era tirato a sinistra o a destra, se gli occhi erano abbastanza vispi o leggermente malinconici. Andiamo a guardare se ha disdetto luce, acqua e gas, quando non sappiamo neppure come pagare le nostre, di bollette. E, come l’anno scorso, quando Mazzarri era già della Juve e noi sembravamo condannati al futuro più nero e alla rottura del giocattolo, ci massacriamo le scatole da soli in un gioco al massacro che più massacrante per il cervello e lo spirito non si può, salvo farti venire l’istinto del massacro globale. Ma santiddio, perché siamo attanagliati da questa sindrome malvagia? Non possiamo semplicemente vivere con entusiasmo e leggerezza i passaggi, le partite, arrivare ai traguardi senza innescare la sindrome dell’espulsione e della distruzione automatica dopo tre secondi? Ci sono dinamiche e perversioni, nell’animo dei tifosi napoletani, che non comprenderò mai. Da cui sono tanto lontana da sentirmi, a volte, un’extraterrestre. O una pazza. Perché, sia chiaro, anche per me, come per Trapani, la Champions sta ancora là. Perciò concentratevi su Montella, piuttosto che su Lavezzi. Tutti sull’aeroplanino . E Che tutto il resto che se ne andasse a “fangùl”. E Forza Napoli. Sempre. Ilaria Puglia

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