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Ma ora non facciamo del Pocho il capro espiatorio

Ma ora non facciamo del Pocho il capro espiatorio
La gioia di Lavezzi in quell'Udinese-Napoli 0-5

A quanto pare è iniziata la caccia al colpevole, la ricerca del capro espiatorio: distribuire non equamente le colpe e trovare un cattivo a tutti i costi ci fa sentire meglio, più buoni, più giusti, ci aiuta a digerire il ragù che si è piazzato da ieri come un cinghiale nello stomaco. A leggere i commenti del Napolista in cima alla classifica dei responsabili del flop del Napoli a Bologna (e in Champions) c’è il Pocho Lavezzi, che ha remato contro, a seguire Mazzarri che non capisce niente di tattica, quindi, appaiati, i difensori in blocco, Bigon che ha sbagliato la campagna acquisti e De Laurentiis che è un tirchione.

Da lavezziano praticante non posso non soffermarmi sul primo imputato, scaricato perfino da chi lo aveva osannato fino a qualche domenica fa. Da buon garantista (lo sono stato perfino con Andreotti quando lo si accusava di essere più mafioso che gobbo, con Schettino quando si diceva che fosse solo TUTTA colpa sua e lo sono anche oggi con chi sostiene in tv che il tradimento della moglie sia la prova lampante di un uxoricidio), trovo assurdo ipotizzare che in mezz’ora di partita concessa al Pocho si sia verificato un ammutinamento del calciatore e che questi sarebbe stata la causa della nostra sconfitta.

Ieri a Bologna si sono visti errori sotto porta clamorosi di Hamsik e Cavani, una partitaccia di Pandev (ad eccezione dei primi venti minuti), un Inler che si è perso Diamanti nell’episodio determinante della partita, a memoria ricordo che Gargano ha perso la palla che ha innescato il contropiede del gol di Rubin, ma spero di sbagliarmi.

Non capisco francamente quale sarebbe la colpa di Lavezzi. Ha giocato male? Sì, infatti era fuori forma, non a caso è stato mandato in panchina e non mi pare che abbia evocato la mamma di Mazzari mentre entrava. Ha sorriso? Sì, troppo. Però se entrava col magone avremmo detto che ostentava un atteggiamento polemico e forse avremmo invocato la capata in bocca del mister. Comunque Ezequiel ha giocato male, ma direi non peggio di Cavani, o bestemmio?

Dunque, la prova della sua vendetta nei confronti di Mazzarri o della volontà di andare via sarebbe quel tentativo di tiro di sinistro finito alto, invece di dare palla a Cavani. E se metteva la palla all’incrocio dei pali? Ah, dimenticavo Roma-Napoli, quando il Pocho entra e il Napoli, a difesa schierata, con Maggio, Fernandez e Zuniga a fare le belle statuine, incassa il pareggio. Sì, è un indizio della sua voglia di Inter, Nero Wolfe lo avrebbe promosso al rango di prova mentre potava le sue orchidee sul balcone di casa.

Allora consoliamoci salutando il Pocho, mandiamolo via, l’ingrato, tanto arriva baby Insigne, il fenomeno, al diavolo anche Vargas, che ci aveva illuso di non farci rimpiangere quel fumoso pasticcione di Ezequiel.

Insigne ha fatto 17 gol in serie B, certo, magari con Zeman li facevo pure io, però, è già il nostro nuovo mito. E poi a noi piacciono gli scugnizzi, i napoletani profeti in Patria: sappiamo valorizzarli, coccolarli col nostro calore, dargli il tempo di crescere. Come dimostrano i casi di Ciccio Baiano, Antonio Floro Flores, Fabio Quagliarella.

 

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