Il caso Delio Rossi, ovvero non ne posso più di questo buonismo e di questa ipocrisia dilaganti

In una serata in cui ho esultato per i risultati dei campi di Milano, Roma e Parma quasi quanto ho esultato per il gol di Hamsik martedì sera, e mi sono divertita assai, confesso che l’episodio su cui ho goduto di più è stata l’aggressione di Delio Rossi a Ljajic. In un primo momento attonita […]

In una serata in cui ho esultato per i risultati dei campi di Milano, Roma e Parma quasi quanto ho esultato per il gol di Hamsik martedì sera, e mi sono divertita assai, confesso che l’episodio su cui ho goduto di più è stata l’aggressione di Delio Rossi a Ljajic. In un primo momento attonita di fronte a ciò che vedevo, subito dopo ho pensato “ha fatt’ buon!”.  Sì, perché francamente non se ne può più di giocatori giovani e imberbi che contestato le scelte degli allenatori e se Rossi, uno dei più mister più miti della serie A, ha reagito così deve averne avute veramente piene le scatole anche lui. Mentre Gallo faceva ascendere Delio all’apice del suo personale Olimpo calcistico, io godevo come una matta, augurandomi dieci, cento, mille Delio Rossi che mettessero in riga i mocciosi in maglietta e calzoncini. Certo, immagino che Gallo, mentre scriveva quelle righe, pensasse ad un’altra scena, quella di Mazzarri che prende a calci nel sedere Lavezzi mentre il Pocho si toglie i parastinchi e li getta irriverente sul prato dopo essere stato sostituito, ma la sostanza non cambia. L’anno scorso pensai di iscrivere mio figlio alla scuola calcio dello stadio Collana e fui sorpresa dal fatto che la prima cosa che ti insegnano, lì, è la disciplina. Ai bambini di sei anni insegnano prima di tutto a non frignare attaccati alle gonne delle mamme, ad ubbidire agli ordini del mister, a fare gioco di squadra, qualsiasi cosa comporti. Bè, di questi tempi c’è un gran bisogno di disciplina. Non ne posso più di questo buonismo dilagante che pervade la nostra penisola di nessuno. In un paese in cui i parlamentari si prendono a cazzotti in aula e fuori mi spiegate che senso ha esonerare un allenatore che ha fatto valere il proprio ordine di comando? Esonerarlo solo perché l’ha fatto davanti alle telecamere? Quelle stesse telecamere che ci mostrano ogni giorno episodi di violenza, sesso, che mercificano donne e bambini e rappresentano il vero volto di questo paese ormai allo sfascio? Un’ipocrisia che ti farebbe venir voglia di prendere a schiaffi i Della Valle solo per averti rovinato la festa. Consideratelo pure diseducativo, il gesto di Rossi, ma io di questa retorica da tre soldi ne ho piene le scatole, come Rossi di essere contestato dai giocatori, probabilmente. E visto che non ha più una squadra da allenare, propongo gli venga data una poltrona in Parlamento. Ministro dell’istruzione, per esempio, per insegnare ai ragazzi di oggi a tacere quando necessario e a ubbidire agi ordini con rispetto. Sarebbe un educatore perfetto. Ragazzini viziati e miliardari che offendono e ridicolizzano le scelte di quanti son più grandi di loro e dovrebbero farne la guida: colpiamone uno per educarne cento. E se dovesse andare via Mazzarri, da ieri sera non voglio più Spalletti né Mourinho, datemi Delio. Una speranza ancora, per questo calcio, forse ci sarà. Mazz’ e panell fanno i figli bell. Uno schiaffo e due calci in culo e il mondo, probabilmente, sarà migliore. Eccheccazz. Ilaria Puglia

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