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Stavolta dico che De Laurentiis ha avuto il piglio del capo

Tante volte l’ho criticato. Soprattutto per quella brutta abitudine di sparire quando la squadra perdeva, per poi correre davanti alle telecamere quando si trattava di celebrare i trionfi. Stavolta non è successo. Probabilmente perché la preoccupazione l’ha avvertita anche lui. Dopo Londra la squadra non si è più ripresa e tre sconfitte consecutive (ciascuna con tre gol incassati) hanno evidentemente agitato anche il presidente che ora teme per il giocattolo.
Lui non si è tirato indietro. Non so cosa si siano detti con la squadra e l’allenatore a Castel Volturno, e francamente reputo la cosa poco importante. Quel che conta è il gesto. Non ha parlato di obiettivi De Laurentiis dopo la visita, però ha ricordato che il terzo posto è ancora possibile. Insomma, si sa che lui alla Champions ci tiene e tanto. Probabilmente il traguardo è sfumato, però un finale di stagione come quello dello scorso anno stavolta sarebbe imperdonabile.
Mi è piaciuta la visita a Castel Volturno, anche se è il segnale – l’ennesimo – di un malessere ormai evidente. Domenica andiamo a Lecce, una delle squadre più in forma e che è rientrata nella corsa salvezza. Sarà il nostro banco di prova. Ci renderemo conto se le parole di De Laurentiis hanno sortito l’effetto sperato, oppure se le gambe e la testa sono andate e allora bisognerà cominciare a fare altri ragionamenti. Personalmente, non capisco come una squadra possa scoppiare a fine marzo. Mi sembra strano. In fin dei conti abbiamo giocato solo due partite in più (la sfida col Chelsea) rispetto a quelle previste a inizio stagione. Sì, la rosa è corta, ma mancano quaranta giorni alla fine della stagione. Non pochissimi. E non possiamo certo prenderne tre a partita fino al 20 maggio.
Massimiliano Gallo

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