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Juve-Napoli dopo gli anticipi di sabato

La partitissima di Torino (diecimila napoletani nello stadio-gioiello bianconero) si ammanta del vestito di gala della Juve imbattuta e con la migliore cintura di castità (17 gol al passivo, migliore difesa del campionato, 9 gol in casa in 14 partite, 15 incontri su 29 chiusi senza prendere gol) e del cappello a tre punte (i tre tenori) del Napoli pronto all’avventura e al colpaccio.
Si gioca sul filo del rasoio di una rivalità molto sentita, non solo antica. Conte dichiara le sue carte. Due terzini, Lichtsteiner e De Ceglie, sugli esterni del centrocampo (in mezzo Vidal, Pirlo, Marchisio) non solo per bloccare Maggio e Zuniga, ma, cavalloni offensivi, per costringere indietro i due azzurri. Poi possesso-palla per “gelare” il contropiede del Napoli e pressing alto.
Guai in vista per la squadra di Mazzarri se trattiene troppo la palla, con i bianconeri scatenati a “rubarla” partendo verso l‘area di De Sanctis. Se il Napoli non giocherà a due tocchi, col movimento di tutti gli azzurri a proporsi per ricevere il pallone, avrà la Juve sempre addosso.
Quelli partiranno a testa bassa, la loro arma vincente, conquistando le corsie, sganciando traversoni sibilanti (meno male che non c’è Pepe), gli attaccanti facendo sponda per i centrocampisti lesti a inserirsi in zona-gol. Il Napoli dovrà avere un assetto di difesa compatto, centrocampisti attenti a proteggere la linea dei terzini, ma anche rapidi (Inler, Hamsik) a innestare le fughe di Lavezzi e Cavani.
La Juve giocherà a fisarmonica, capace di allestire una difesa a cinque, arretrando Lichtsteiner e De Ceglie, sulle “reazioni” azzurre, e cercherà di fare intensità a centrocampo e qui imporsi con la superiorità numerica se le punte del Napoli non rientreranno a dare una mano (andando a intralciare, per esempio, la prima palla di Pirlo).
Il confronto richiede alla squadra di Mazzarri il recupero della più efficiente forma fisica perché la Juve al “pronti e via” vorrà imporre la sua corsa e l’aggressività ormai proverbiale (non sa giocare altrimenti). E’ una Juve da deludere sin dalle prime battute, rompendone le trame, impedendole i cross dalle fasce, opponendole nella zona centrale una barriera mobile. Qui ci vorranno azzurri di spada e di fioretto.
La prima mezz’ora sarà di grande sacrificio e attenzione. Poi, alla prima ripartenza ficcante del Napoli, i bianconeri dovranno pure ridurre la foga e guardarsi le spalle. Vietato agli azzurri cercare dribbling insistiti, fare il girotondo con la palla mentre un bianconero o due sono già vicini a pressare, avere esitazioni nei disimpegni, tardare il passaggio. Il primo tempo, con le energie più fresche, potrebbe risultare decisivo. In seguito, il ritmo (ma non l’intensità) della Juve avrà un calo naturale. E’ il momento di colpire se non si è riusciti prima a fare sorpresa.
Entrare subito in partita è essenziale per il Napoli. La Juve non dà tempo. E’ una macchina da guerra che, se non si sa come incepparne i meccanismi, può fare male. Vietata farle prendere la rincorsa, farla volare e acquistare fiducia. C’è bisogno di un Napoli sorprendente e “cattivo” per non farsi sfuggire il match. Attenti ai “gialli” per Cavani, Gargano, Inler, Aronica, che sono tra i sei diffidati, perché tra sette giorni ci sarà da giocare sul campo della Lazio.
Partita difficile non solo per il Napoli. La formazione allestita da Conte fa capire che anche la Juve ha i suoi timori. Mazzarri deve essere tempestivo nei cambi necessari. Conte ne ha un ventaglio con problemi solo di scelta. Una batteria di attaccanti aspetta in panchina. Il confronto a distanza fra Buffon e De Sanctis e quello fra Cavani e Vucinic, campioni che potrebbero risultare determinanti, aggiungono altri motivi di particolare interesse. Se il Napoli avrà un Lavezzi in più, cioè un Pocho al pieno delle possibilità, tutto potrà diventare possibile. L’attacco del Napoli è più prolifico di quello juventino e tre gol alla Juve li ha segnati solo il Napoli.
A chi faranno più bene i risultati del sabato? Alla Juve che può avvicinarsi al Milan o al Napoli che potrà balzare sulla Lazio? Ecco un altro motivo di grande tensione.
MIMMO CARRATELLI

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