Com’è triste il Napoli soltanto un anno dopo. Otto punti meno dell’anno scorso alla ventesima giornata. Quindici punti lontano dalla vetta (nel campionato passato, a 4 punti dal Milan capolista), nove dal terzo posto-Champions, sei dall’Europa League. Ma non è il momento delle polemiche e i conti si faranno alla fine.
La squadra non sopporta la pressione di tre competizioni e di un tifo che pretende il massimo? Mazzarri non sopporta le critiche? Troppa esaltazione nei momenti belli, sciabolate crudeli in quelli brutti (il Napoli ha vinto solo sette volte in 20 partite). Niente di nuovo sotto il sole. Il calcio è questo. Bisogna essere corazzati per assorbire il malcontento e l’andamento negativo (17 gol beccati nelle ultime 10 partite, una vittoria nelle ultime quattro giornate).
Mazzarri non deve lamentarsi, ma fare scudo. Su la testa se questa è la squadra più forte che abbia mai allenato. Il Napoli non può fare di più? Lo dica serenamente, senza alibi (la Champions, gli arbitri, le occasioni di gioco contrarie). I suoi meriti sono innegabili. Parli da allenatore forte, non da piangina di quarta serie. Fa male al tifo e alla squadra. Ha creato un grande gruppo, vietato mollare.
Non bisogna mollare il campionato pensando alle coppe. Quelle sono soddisfazioni di là da venire. Il campionato è il sempre presente, da giocarlo senza cadere in una disaffezione inaccettabile. Il Napoli può migliorare la sua classifica. Avanti ci sono, raggiungibili, la Roma e l’Inter. Un quinto posto (Europa League) non è disprezzabile. Scontato che non si potesse ripetere la straordinaria stagione scorsa. Stiamo calmi e diamoci dentro anche se febbraio sarà corto e amaro (sette partite!).
Arriva il Cesena, scalato al penultimo posto dopo il sorpasso del Lecce. Con le “seconde linee” ha fatto soffrire il Napoli in Coppa. Non è che con la squadra al completo, tutta nuova rispetto a venti giorni fa, diventa improvvisamente un drago. Ma verrà a fare barricate (3-5-2) per un punticino-salvezza. Non ha mai pareggiato fuori, otto sconfitte e due vittorie (a Bologna e a Palermo). Quattro sconfitte nelle ultime cinque partite. Sedici gol incassati nelle ultime sei gare. Ha giocatori spenti che promettevano molto (Mutu, Parolo, Bogdani). Ha ceduto le due frecce laterali, Schelotto e Giaccherini, e non vola più sugli esterni. Con tutto il rispetto, è una formazione minore.
Un Napoli concentrato, senza retro-pensieri, alla vigilia della trasferta contro il Milan (fra quattro giorni), deve centrare la vittoria. Mancherà Lavezzi, squalificato. Saranno sempre tre i tenori in campo. Cavani (8 gol nelle ultime sette partite), Pandev (una pausa a Genova, punta centrale fuori ruolo) e Hamsik (perso lo smalto sotto rete) formano sempre un bel tridente.
La difesa va meglio protetta. Nelle retrovie qualche cambio è possibile. Dzemaili, più mezz’ala che mediano, deve curare meglio la fase difensiva. Forse è il caso di insistere con Britos, sbandato nel primo tempo di Marassi contro il Genoa vigorosamente all’assalto. Si può fare un pensierino su Grava? Non si può fare a meno di Gargano anche se gli impegni ora si moltiplicato (una partita ogni tre giorni). Sarà il caso di tentare con Vargas dal primo minuto anziché gettarlo nella mischia in partite compromesse? Rientra Inler retrocesso in panchina per una volta. Avrà voglia di riscatto.
Mazzarri torni il condottiero dei tempi felici. Riacquisti la grinta. La squadra ha bisogno di sentirlo sicuro. Lasciamo perdere i milioni buttati per una “rosa” di rincalzi in gran parte inefficaci o infortunati. Tiremm innanz. C’è da giocare partita per partita, lo dice anche il tecnico. E, allora, sotto senza condizionamenti. Il Napoli non deve arrendersi se il percorso si è fatto deludente. Ha il dovere di riprendersi e ne ha tutte le possibilità. Coraggio, bambini!
Mimmo Carratelli